No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20100130

kingdom of heaven


Le crociate – Kingdom of Heaven – di Ridley Scott 2005


Giudizio sintetico: si può perdere (1,5/5)
Giudizio vernacolare: boia du' palle


Francia, 1184. Baliano è un giovane maniscalco che ha perso il figlio e in seguito la moglie suicida dalla disperazione. Ha perso la fede, e si macchia di omicidio, per giunta, di un prete. Goffredo di Ibelin, sulla strada per Gerusalemme, si rivela a lui come suo padre mai conosciuto, e lo convince ad andare con lui in Terra Santa. In punto di morte, lo nomina cavaliere, e gli fa promettere solennemente di continuare il suo lavoro, di servire fedelmente re Baldovino di Gerusalemme e di rispettare tutti gli uomini di tutte le religioni. Arrivato a Gerusalemme, scopre un mondo tollerante e laborioso, amici (Tiberio), nemici (Reinaldo), e una donna splendida, Sibilla, sorella del re e moglie di Guy di Lusignano. Nonostante faccia prosperare Ibelin, il suo piccolo regno, gli intrighi e gli interessi scatenano la guerra contro i saraceni guidati da Saladin; Baliano dimostrerà coraggio, astuzia e integrità, difendendo Gerusalemme seppur in netta inferiorità.

Arriva dopo mille polemiche il nuovo filmone di Ridley Scott, regista col gusto dell’epica, autore di grandi flop ma che ha il merito di aver sfornato un capolavoro (Blade Runner), ormai più di 20 anni fa.

Polemiche sull’opportunità di un film su una guerra di religione in questo momento, come spesso accade, partite da persone che non avevano visto il film. Invece, il film pecca forse del difetto opposto: ci mostra una cerchia (ristretta) di personaggi illuminati, tolleranti e aperti verso tutte le religioni; fa piacere crederlo, ma chissà. E potrebbe andare oltre, viste le premesse, il personaggio principale che ha perso la fede a causa di tremende vicissitudini personali, e che parte per Gerusalemme (vista già allora come la culla di tutti i culti) soprattutto perchè assetato di fede. Il percorso potrebbe essere interessante, ma si perde nei meandri oscuri della sceneggiatura, che evidentemente soffre degli imponenti tagli (il film nella versione originale pare durasse circa 4 ore; per scendere sotto le 2 e mezzo il regista ha dovuto usare le cesoie, e si nota benissimo), e che quindi pare spesso navigare a vista. Unite il tutto a scene di battaglia non esaltantissime (ormai ci siamo abituati benissimo, ed il merito va anche a Scott, vedi Il Gladiatore), e a personaggi un po’ macchiettistici (ci mette il carico da 11 il doppiaggio nella versione italiana, la vogliamo finire di doppiare qualsiasi tipo di arabo in maniera ridicola?), e va a finire che la noia ci assale molto presto.
Pochi attori convincenti, forse per il poco pathos che il film riesce a creare; forse su tutti Jeremy Irons; menzione particolare per Edward Norton, sofferente re Baldovino, inquietante dietro le vesti che ricoprono l’intero corpo divorato dalla lebbra, col volto nascosto da una maschera di ferro.

5 commenti:

Seconda serata ha detto...

Che sia questo il vero Ridley, quello di Un'ottima annata, o di Il genio della truffa?

jumbolo ha detto...

secondo me è un ottimo regista un po' troppo megalomane, che a volte esagera e gli escono delle grosse cagate.

Anonimo ha detto...

Un encomio al tuo coraggio. Io non l'avrei mai guardato...
Lisa

jumbolo ha detto...

siccome sto tentando di riordinare tutte le mie recensioni (ho iniziato nel tardo 2003), ti stupirai ancora: fino a qualche anno fa andavo al cinema a vedere qualsiasi film, forse escludendo i cinepanettoni.

Seconda serata ha detto...

@ Jumbolo: ho passato anch'io una stagione (cinematografica) così