No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20100113

fratelli


Brothers - di Jim Sheridan 2009


Giudizio sintetico: si può vedere (2,5/5)
Giudizio vernacolare: bello ma dé, è una foto'opia! Sceridà, asciugati!


Stati Uniti, provincia, Sam è nell’esercito e deve tornare in Afghanistan. Ha una splendida moglie, Grace, e due figlie adorabili, sta ultimando una bella casa. Le tensioni in famiglia vengono dagli altri: il giorno precedente alla sua partenza, il fratello minore Tommy esce di prigione (ha rapinato una banca, facendo del male ad una dipendente), i genitori stanno invecchiando e, soprattutto il padre, non riesce a mascherare il dispiacere per l’incapacità di Tommy ad integrarsi e "normalizzarsi", Tommy a sua volta soffre la disparità di considerazione e si ribella continuamente adottando comportamenti fuori dagli schemi.
L’elicottero sul quale sta volando Sam, alcuni giorni dopo il suo arrivo in Afghanistan, viene abbattuto. Viene dato per morto, insieme agli altri che erano con lui. Tommy si avvicina molto a quel che rimane della famigliola, e a poco a poco riporta l’equilibrio, migliorando lui stesso come persona; si fa ben volere dalle bambine, finisce di sistemare la cucina in casa, instaura un rapporto complice con Grace, rapporto casto escluso un bacio in un momento di difficoltà, sbandata subito rintuzzata da entrambi in maniera adulta.
Nel frattempo, Sam non è morto, ma sta vivendo un inferno, viene tenuto prigioniero e, per sopravvivere, supera una prova che lo segnerà per sempre.
Viene liberato, e torna; oltre ai problemi psicologici che si porta dietro, inizia a sospettare una tresca tra Tommy e Grace. L’equilibrio si spezza, forse per sempre.


Remake di Non desiderare la donna d'altri, in originale (danese) Brødre, di Susanne Bier, il film non aggiunge assolutamente niente di niente all'originale, se non trasferire l'azione "casalinga" negli States, lì dove nasce l'invenzione di "esportare la democrazia" con la guerra. Curioso che a metterlo in scena sia l'irlandese Sheridan, che con The Boxer aveva messo in scena una storia molto simile a questa, o a quella di Noi due sconosciuti (sempre della Bier).

Sicuramente perchè conoscevo già la trama, il film non mi ha sorpreso, coinvolto o scioccato, seppure la storia sia comunque intensa e toccante. Segno evidente che si poteva, magari, distribuire meglio l'originale. Certo che, avendolo re-ambientato negli USA, si poteva quantomeno avere coraggio ed approfondire le tematiche politiche e le conseguenze sociali: l'ambientazione danese dell'originale, asettica, serviva alla regista per puntare l'occhio sulle dinamiche familiari, messe alla prova da una storia del genere, dinamiche alle quali la Bier è da sempre interessata. Qui Sheridan dimostra di agire "su commissione", senza farsi particolari domande.

Cast dignitoso, ma non ho trovato particolare profondità nelle prove dei tre protagonisti Maguire (Sam), Gyllenhaal (Tommy) e della sempre più bella Portman (Grace).

Sufficienza risicata proprio perchè, a mio giudizio, se si fa un remake bisogna puntare a superare l'originale.

1 commento:

massi ha detto...

lo vedrò per la curiosità di sapere se mi piace di più dell'originale.

grazie per avermi fatto tornare in mente the boxer. che filmone.