A Single Man - di Tom Ford 2010
Giudizio sintetico: si può vedere (2,5/5)
Giudizio vernacolare: bello eh, maddé, a un certo punto ti vien vollia di spingilo da tanto va piano
Venerdì 30 novembre 1962, Los Angeles. Il professor George Falconer si sveglia con la voglia di mettere fine alla sua vita una volta per tutte. Sono passati otto mesi dall'improvvisa morte del suo compagno Jim, con il quale condivideva una vita agiata e piena d'amore, ed ogni giorno che passa, George si convince che senza Jim, la sua vita non ha più significato.
Uomo preciso, meticoloso, impeccabile, si prepara mettendo nella sua valigetta una pistola, per ricordarsi di comprare i proiettili: gli serviranno più tardi. Prima deve andare a lavoro, nella scuola dove insegna, più tardi ancora a cena da Charlotte, l'amica di una vita, ed è addirittura costretto a declinare l'invito dei vicini, gli Strunk, per un cocktail.
Deve ricordarsi inoltre di preparare tutto per "andarsene" senza lasciare niente in sospeso. Ma la giornata gli riserverà alcune sorprese, tra un ricordo e l'altro...
Debutto alla regia per Tom Ford, ex Creative Director di Gucci e vero Re Mida della moda, che da vero eclettico si tuffa nel cinema da regista, produttore e co-sceneggiatore, dirigendo questo A Single Man, tratto dall'omonimo romanzo di Christopher Isherwood (dedicato a Gore Vidal) del 1964, romanzo del quale Ford comprò i diritti già nel 2007.
Gay dichiarato e persona affermata, Ford prende un romanzo considerato una pietra miliare della letteratura gay, e ne fa un film non solo gay. Questo è uno dei tanti pregi di questo suo debutto: un film d'amore, di sofferenza, che fotografa un momento storico importantissimo (un mese dopo la crisi dei missili di Cuba) con tutto quello che ne conseguì, vista da una sorta di "osservatorio" omosessuale, ma calato nella realtà americana che cominciava a prendere coscienza del fatto che l'american style non era proprio il paradiso in terra, anzi.
Film dai ritmi lenti (a volte veramente troppo), levigato fino all'ossessione, perfetto nelle inquadrature, nei movimenti di macchina, eccede forse nei ralenti e in qualche eccesso di gaytudine, varia la fotografia rimanendo sui toni tenui ma desaturandola quando il protagonista è a single man, stilosissimo sia negli interni (molti) che negli esterni (pochi), si avvale di una colonna sonora in prevalenza classica, ma con un paio di hit dell'epoca (fra cui la meravigliosa versione di Stormy Weather eseguita da Etta James), e racconta questa giornata nella vita del professor Falconer, in bilico tra una vita senza significato e la morte per revolverata. Straordinari gli interpreti, ottimamente diretti da Ford, tutti, anche quelli marginali.
Meritata la Coppa Volpi a Firth. Un paio di riferimenti a Mad Men, e i favolosi trivia di imdb.com ci fanno scoprire che Jon Hamm (Don Draper in Mad Men) "appare" in un cameo vocale: nella versione originale, è sua la voce che, proprio all'inizio del film, chiama il professor Falconer per comunicargli la morte del suo compagno.
Una storia che immediatamente lascia sorpresi e spiazzati, ma che in seguito porta lo spettatore alla riflessione.
Un ottimo debutto.
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