No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20080608

la speranza brasiliana 4


L’età dell’oro

Il malessere del continente è preoccupante. “Se si escludono le condizioni internazionali favorevoli durate fino alla ine del 2007, anche il Brasile potrebbe sembrare un esperimento fallito”, afferma Marcello Carvalho, un economista della banca d’investimenti Morgan Stanley. Dal 2004 al 2007 il prezzo dei beni esportati è aumentato dell’11,5 per cento all’anno. Eppure l’economia del paese continua a crescere più lentamente di quelle dell’America Latina e
dell’Europa dell’est. Secondo Carvalho, famoso per fare profezie in controtendenza che poi si avverano regolarmente, già nel 2009 il tasso di crescita del paese crollerà al 3 per cento, rigettando il Brasile tra le eterne delusioni. Nessuna grande democrazia riesce a realizzare grandi riforme quando le cose vanno bene. Tuttavia qualcosa si sta muovendo, anche se a rilento: il governo e l’opposizione parlano della necessità di una riforma fiscale, il governatore del Minas Gerais Aécio Neves ha promesso una rivoluzione nei servizi pubblici, a São Paulo l’amministrazione di José Serra sta introducendo un sistema scolastico che pagherà gli insegnanti a seconda del rendimento dei loro studenti e a Rio de Janeiro Sérgio Cabral ha ridotto da
sessanta a quattordici giorni il tempo necessario ad avviare un’impresa. Questi cambiamenti a passo di lumaca, però, provocano una frustrazione enorme: “In Brasile si promette tutto e non si ottiene niente”, si lamenta un uomo d’affari che ha da poco aperto un ufficio per una multinazionale estera nel sud del paese. Un governatore gli aveva assicurato che, se avesse avviato l’attività, avrebbe fatto rinnovare il vicino aeroporto. Ma poi non è stato rieletto e l’aeroporto sta cadendo a pezzi. Ogni mese questo signore riceve un rapporto dalla sua compagnia in Europa e, per alcune ragioni davvero assurde, deve pagarci una tassa che cambia in continuazione. Ha fatto presente il problema ma l’azienda ha smesso di inviargli il rapporto. Così lui è tornato sui suoi passi e ha ricominciato a pagare ogni mese. Storie come questa sono all’ordine del giorno in Brasile. Eppure questa azienda può contare su un nutrito personale di talento, che passerà dai venti impiegati del 2006 ai quattrocento dell’anno prossimo. Le condizioni del Brasile dipendono dai paesi a cui viene paragonato. Rispetto ad alcune zone dell’America Latina ed escludendo l’Asia, la sua economia è ancora una fabbrica di illusioni. La corruzione è diffusa, la violenza dilaga, l’analfabetismo è esteso e la povertà sconvolgente. Eppure ripensando al Brasile di qualche anno fa, la sensazione è di vivere in un’età dell’oro. E questo per molti è certamente un fatto importante.
continua

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