No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20080317

la strategia del populista

E se avesse ragione Robecchi in questa semiseria analisi politica della campagna elettorale in corso?


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Il voto a perdere del caimano
Alessandro Robecchi
Tutte le mattine Silvio Berlusconi si alza, si pettina, si veste, e poi comincia a girare in tondo elaborando febbrilmente una nuova mossa per perdere le elezioni. Barzellette sui precari, arditi e condannati in lista, il trionfale ritorno in Iraq, eccetera eccetera: quei cinque-sette punti di vantaggio che ancora mantiene lo preoccupano molto. Non si può negare che abbia un naso: in Inghilterra e in America le banche scoppiano come pop-corn, la questione salari non è più rinviabile, la recessione incombe, la Borsa fa schifo e si preparano anni incazzosi. Intollerabile. Berlusconi che pronuncia la parola «sacrifici» è come Briatore che si fa francescano, ridono tutti e guardano in giro dov'è lo champagne. La sua modalità è univoca, è il sorriso perenne, il sole in tasca, il «pane e figa per tutti». Se mi diventa triste, pover'uomo, è la fine. Un pareggio, invece, gli consentirebbe di fare quello che fanno i padroni italiani: socializzare le perdite, cioè dividere tutte le rogne con un socio democratico, che si sentirà miracolato e pronto a tutto; e privatizzare i profitti, la Gasparri, il conflitto d'interessi e magari prendersi pure i telefonini e il Quirinale. Se questo è lo scenario, direi che con il mio voto «utile» sono chiamato comunque a votare per Berlusconi, non più nella modalità «feroce caimano», ma in quella più soft di «responsabile statista». Non so dire quella che fa più ridere, ma posso chiedermi, scorrendo le liste del Pd, quali forze bilancerebbero in caso di pareggio lo strapotere berlusconiano. Calearo? Colaninno? Un'istantanea di Pietro Ichino mentre manganella l'articolo 18? La lotta, comunque, sarà senza tregua: perdere quei pochi punti di vantaggio è oggi per Berlusconi un obiettivo essenziale per non trovarsi da solo come un pinguino su un iceberg che si scioglie, al centro dello scontento generale, in piena crisi economica. E' vecchio, sa che arrivano tempi duri e vorrebbe una badante, foss'anche democratica, accanto a lui, al governo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

già!

punkow