BRASILE
La speranza brasiliana
Le diseguaglianze sono ancora profonde. Ma rispetto al passato
il Brasile è irriconoscibile. Merito anche del governo Lula, che
ha rilanciato l’economia e ha dato fiducia agli investitori
THE ECONOMIST, GRAN BRETAGNA.
Visto da 600 metri d’altezza, è difficile credere che il Brasile possa essere stato un paese povero. Mentre viaggiamo verso nord, su un piccolo aereo che ci porta da São Paulo a Bahia, dei nuvoloni gonfi di pioggia cedono il passo a un sole caldo e, sotto di noi, compaiono i rettangoli verdi della canna da zucchero e i cerchi delle piantagioni di caffè. Più avanti, verso est, si vedono i pascoli sconfinati e le piantagioni di soia. Dall’altro lato, verso il mare, è stata scoperta da poco una grande falda petrolifera, e il terreno è ricco di giacimenti minerari. Eppure, dalla metà degli anni novanta all’inizio di questo decennio, l’economia del Brasile è cresciuta più lentamente di quella di Haiti. Oggi, però, sembra che le cose siano cambiate. Dal 2004 l’economia è cresciuta a una media del 4,5 per cento, un record per il paese negli ultimi vent’anni. Il presidente Luiz Inácio Lula da Silva ha raccolto i vantaggi politici di questo cambiamento di tendenza, che deve molto agli sforzi del governo precedente. Per chi si arricchisce speculando sull’instabilità economica e istituzionale, il Brasile è diventato un posto abbastanza noioso. L’anno scorso il mercato azionario è aumentato del 44 per cento in valuta locale e ci sono stati moltissimi collocamenti in borsa, con una crescita complessiva del 5,4 per cento. A paragone con la Russia, l’India e la Cina – le altre tre grandi economie emergenti raggruppate sei anni fa dalla banca d’affari Goldman Sachs nel cosiddetto
Bric – il Brasile è un peso morto. Il paragone, però, è fuorviante. Infatti il Brasile è molto più ricco della Cina e dell’India. Dal 1940 al 1980, grazie all’incontro tra capitali e forza lavoro, la sua economia è cresciuta a una media del 7 per cento all’anno, attirando l’83 per cento della popolazione nelle città.
Bric – il Brasile è un peso morto. Il paragone, però, è fuorviante. Infatti il Brasile è molto più ricco della Cina e dell’India. Dal 1940 al 1980, grazie all’incontro tra capitali e forza lavoro, la sua economia è cresciuta a una media del 7 per cento all’anno, attirando l’83 per cento della popolazione nelle città.
continua
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