Uscire dall’arretratezza
Limitiamoci a due aspetti. L’America Latina non ha creato al suo interno un modello di crescita in grado di alimentare dei processi produttivi con un’alta domanda di lavoro. Ed è quasi inutile
aggiungere che l’agricoltura è un nodo storico che fatica a sciogliersi, soprattutto nelle due maggiori economie dell’area, il Brasile e il Messico. Ci si può girare intorno, ma fino a quando
un’economia opera in una situazione di sottoccupazione di massa la diseguaglianza dei redditi non potrà essere superata con dei bei discorsi. Ovviamente l’economia è solo una parte della storia. Decenni di profondi divari economici non sarebbero spiegabili senza considerare anche la scarsa
pressione sociale esercitata sulle istituzioni e la loro mediocre qualità. La crescita è una condizione necessaria, ma non è suficiente ad avviare dei processi sostenibili per uscire dall’arretratezza. Dall’intreccio tra una scarsa organizzazione politica della società (che non può essere sostituita da periodiche rivolte popolari) e istituzioni dipendenti dal leader di turno, è nata una corrente contraria che non solo limita le possibilità di crescita, ma restringe anche i benefici sociali. Il ciclo di crescita che sta per chiudersi non sembra un’eccezione alla regola.
Ugo Pipitone è un economista messicano.
Insegna sviluppo economico al Centro de investigación y docencia económicas di Città del Messico.
Insegna sviluppo economico al Centro de investigación y docencia económicas di Città del Messico.
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