No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20100321

enduring love


L’amore fatale – di Roger Michell 2005


Giudizio sintetico: da vedere (3,5/5)
Giudizio vernacolare: ti ce n'è uno di scemi a giro dé


Joe è un affermato professore, scrittore, stimato dagli allievi, colto, educato, con una vita piena e di classe a Londra; insieme a Claire, la sua donna, scultrice, stanno facendo un pic-nic su un prato in un panorama meraviglioso, quando improvvisamente un pallone aerostatico in difficoltà irrompe nelle loro vite. Una serie di persone accorre per mantenere il pallone a terra e far scendere il bambino che è sopra. Fasi concitate, una delle persone rimane agganciata alla fune che penzola, il pallone si innalza, la presa cede, la persona muore. La tragedia colpisce i superstiti in maniere differenti. Jed comincia a perseguitare Joe, in un delirio amoroso. Joe non sa come reagire, e pian piano il suo rapporto, la sua vita intera, vanno in pezzi.

Michell ci aveva già spiazzato passando da Notting Hill a The Mother (recuperate quest’ultimo se non l’avete visto, uno dei film più disturbanti degli ultimi anni), e prosegue nel suo cammino visivo e visionario, questa volta partendo da un romanzo nientemeno che di Ian McEwan, cambiandolo il giusto, ma rendendo sullo schermo un’angoscia densa e collosa che inchioda lo spettatore alla poltroncina per tutto il film, dandogli solo un po’ di tregua nel finale, che non anticiperemo per rispetto. La follia prende forma, e attanaglia tutti, anche quelli che sembravano sani, trascinandoli in un vortice che sembra non aver fine. I coraggiosi movimenti di macchina, i campi lunghi, i primi piani, danno il senso del dialogo anche senza far parlare troppo i personaggi, e fanno di questo film uno dei più interessanti sugli schermi attualmente (2005).
Bene il cast, naturalmente ottimi i protagonisti Daniel Craig, già visto nel gia’ citato The Mother e sugli schermi in questi giorni con The Jacket, e un sorprendente Rhys Ifans, di solito visto in ruoli comici o marginali, qui ottimo nella parte del disturbato.
Intenso.

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