No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20100323

a secret


The Woodsman - Il segreto – di Nicole Kassell 2005


Giudizio sintetico: da vedere (3,5/5)
Giudizio vernacolare: addiacciante


Walter si è fatto 12 anni di carcere per molestie a minorenni, esce, ritrova il suo vecchio lavoro in una segheria grazie al buon lavoro fatto per il vecchio padrone (padre dell’attuale), e poco altro ad aspettarlo, vista l’infamia del suo passato, del quale né lui, né i pochi che lo conoscono, parlano volentieri.
La famiglia, salvo l’eccezione del cognato, non ne vuole sapere, i colleghi che non sanno niente di lui sono sospettosi, la polizia lo tiene d’occhio.
L’unica che sembra tenere a lui è Vickie, una donna bella quanto dura e scontrosa, evidentemente un’altra persona dal passato non vellutato. Nel centro c’è lui, Walter, che lotta con i suoi demoni, conscio di non essere normale, impaurito dagli altri e da se stesso, innervosito dal terapista che deve frequentare, tentato dalla scuola elementare davanti al suo appartamento ("è l’unico che mi hanno affittato"), spaventato perfino dalle attenzioni di Vickie, atterrito dalle visite del poliziotto che lo sorveglia.

Regista debuttante, la Kassell sceglie di mettere su pellicola un’opera teatrale di Steven Fetcher (che ha scritto la sceneggiatura insieme a lei) in maniera piuttosto semplice dal punto di vista delle riprese e della fotografia (con solo qualche virtuosismo, vedi l’uscita dall’autobus ripresa dall’alto), ma in modo atipico e coraggioso a livello di psicologia dei personaggi.
Oltre a scegliere di non mostrare niente di scabroso o disturbante visivamente, la regista si schiera, anche se non apertamente e mai assolvendolo, dalla parte del pedofilo, conscio di essere una persona con gravi problemi ("Dottore, quando potrò essere normale?" - "Sarò mai normale?"), circondato da un ambiente ostile che non lo aiuta a non ripetere i suoi sbagli.
L’oppressione è palpabile, e non solo nei dialoghi (che comunicano davvero sgomento e difficoltà di comprensione), ma anche negli sguardi, nelle camminate, nei viaggi in bus, in tutti i piccoli gesti del protagonista. Un film che riesce a trasmetterci con inquietudine un dramma interiore squassante, al quale è difficile tenere testa, a meno di non lasciarvisi andare soggiogati.
Tutte le interpretazioni, così come il film, sono senza fronzoli ma efficacissime; un superbo Kevin Bacon, attore da sempre sottovalutato, un’ottima Kyra Sedgwick nei panni di Vickie, una sorprendente Eve che interpreta la perfida segretaria del direttore della segheria, e un sempre più convincente Mos Def nei panni del poliziotto che "tiene d’occhio" Walter, il Sergente Lucas. Splendida Hannah Pilkes nei panni della piccola Robin.
Un film che non alza la voce, ma che picchia nello stomaco passando dalla testa, mettendola in funzione in maniera incessante.

Altamente consigliato.

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