No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20100318

Shad-sky


La guerra di Mario - di Antonio Capuano 2006


Giudizio sintetico: si può vedere (2,5/5)
Giudizio vernacolare: un è malaccio


Mario è un bambino di 9 anni, nato a Napoli in un quartiere popolare, da una madre a dir poco inaffidabile e dal padre incerto. I servizi sociali, come succede in questi casi, tentano degli "affidi", seguendolo costantemente. L'ultimo "esperimento", dove Mario è una cavia, è l'affido a Giulia e, in secondo piano, Sandro. I due sono una coppia della Napoli "bene", lei professoressa d'arte universitaria, lui giornalista televisivo. Non sono sposati, ma convivono da qualche anno. L'arrivo di Mario, sguardo ora fin troppo furbo, ora malinconico, adatto alla strada e inadatto alla scuola, che arriva addirittura ad inventarsi un "doppio", una vita surreale, lo Shad-sky bambino-guerrigliero, con un background evidentemente ispirato dalle notizie che gli arrivano dai telegiornali, il suo arrivo, dicevamo, spariglia le carte. Si innescano dei meccanismi perversi: Sandro, respinto dal bambino, si allontana anche da Giulia, e diventa quasi geloso; Giulia, desiderosa di amare ed essere amata soprattutto dal bambino, si dà a lui e si lascia andare ad una educazione eccessivamente permissiva; Mario riesce con difficoltà a sentire, come dice lui, di "appartenere" a Giulia (figuriamoci a Sandro).


Film interessante di Capuano, regista a sua volta interessante, che si confronta sempre con storie mai facili (Pianese Nunzio, 14 anni a maggio, Luna rossa), scrivendosele pure. Come sottolinea lui stesso, non cerca scorciatoie facili riprendendo la città in scorci suggestivi, ma rimane ben ancorato alla realtà, aiutato da una fotografia non brutta ma mai spettacolare, e chiedendo agli attori, tutti bravi, recitazioni mai eccessive, compresa quella di Rosaria De Cicco, che interpreta Nunzia, la madre biologica di Mario, che in fondo ha il ruolo più difficile, anche se non quello da protagonista, e ricevendone indietro, come già detto, una buonissima prova corale, bambini compresi. Ovvia una menzione speciale per Valeria Golino (Giulia), ma, ancora una volta, tutti bravi.

Lascia perplessi a lungo l'indulgenza che il regista sembra avere per l'impostazione educativa di Giulia verso Mario, e la sua cocciutaggine a perseguire quella strada, ma il finale probabilmente aggiusta tutto, anche se parrebbe il contrario.

Amaro. Come, spesso, il sapore della vita.

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