Boardwalk Empire - di Terence Winter - Stagione 1 (12 episodi; HBO) - 2010
Se c'è una cosa che mi piace degli Stati Uniti d'America, è che molti dei loro cittadini non esitano a fare autocritica, a proposito della loro storia, densa di episodi sanguinosi e di personaggi connessi con la malavita organizzata, anche attraverso lavori artistici, come nel caso di questa serie televisiva molto attesa, tanto da essere addirittura presentata al Festival Internazionale del Film di Roma, dove è stato mostrato l'episodio pilota, diretto da Martin Scorsese.
Boardwalk Empire narra l'epopea dei Roaring Twenties, seguendo innanzitutto il personaggio cardine della serie, Enoch Nucky Thompson, burattinaio politico/malavitoso di Atlantic City. Il tutto prende il via con l'entrata in vigore del Volstead Act, il 16 gennaio 1920, che segna l'inizio del proibizionismo alcolico negli USA. La serie si basa sul libro Boardwalk Empire: The Birth, High Times, and Corruption of Atlantic City, del Giudice Nelson Johnson, la figura di Nucky si ispira decisamente a quella realmente esistita di Enoch Lewis Nucky Johnson, ed oltre a Scorsese, regista del pilot e produttore, e a Mark Wahlberg, anche lui produttore, si avvale di sceneggiatori e registi del "giro" della serie The Sopranos (il creatore, Terence Winter, era anche lui sceneggiatore per i Sopranos, e qui appare come creatore, anche se dovremmo approfondire cosa significa realmente questa parola nel caso delle serie tv, nonostante Scorsese abbia influito profondamente su tutta la serie, come si accorgerà chi la vedrà).
Serie decisamente affascinante, costata moltissimo, che non teme di essere troppo intrecciata, e di dilungarsi troppo sui particolari. Appare chiaro fin dall'inizio che la serie era destinata a non durare solo una stagione, quindi produttori e sceneggiatori se la sono presa "comoda", con tranquillità, nel senso che il tutto emana una certa sensazione di ampio respiro. Ogni personaggio, anche il più marginale, ha un discreto spazio, viene ben delineato, la trama si dispiega con la giusta lentezza, tutto viene ben "spiegato". I vari registi fanno a gara per emulare Scorsese, e si assiste, lungo i dodici episodi che formano la prima stagione, a molte scene con forte epicità, scene che vorremmo vedere più spesso al cinema, e che Scorsese stesso deve anche a Sergio Leone.
Tornando alla personalissima riflessione d'apertura, lo spaccato statunitense che ci viene offerto è spietato, implacabile, quasi vergognoso. Non si esita a presentare perfino un Presidente degli USA, Warren G. Harding, come un semplice burattino in mano agli affaristi senza scrupoli, come Nucky; Mafia e politica sono pressoché indistinguibili, la violenza è all'ordine del giorno, le vite umane contano pochissimo, e perfino la concessione del voto alle donne risulta essere più una scelta di convenienza che un esempio di democrazia illuminata e moderna. A volte, viene da pensare che si esageri, ma bisogna dare atto, come detto, ad un certo tipo di statunitense, di essere costantemente alla ricerca di un qualche tipo di onestà intellettuale.
Il cast è interessante, e denota ancora una volta di più, che ultimamente per molti bravi attori ed attrici, la televisione fatta bene risulta evidentemente più interessante del cinema.
Steve Buscemi è un tormentato ma spietato Nucky Thompson. Presenza e star incontrastata della serie, sa comunque essere sempre dentro le righe, e sceglie, nonostante sia sullo schermo fin dai titoli di testa, un profilo basso ma al tempo stesso di una notevole intensità. Kelly Macdonald (Margaret Schroeder, una povera immigrata irlandese che casualmente entra in contatto con Nucky, e ne diventa l'amante ufficiale), Michael Pitt (James Jimmy Darmody, braccio destro di Nucky ma non solo) e, devo dirlo, uno straordinariamente alienato Michael Shannon (agente federale Nelson Van Alden; vi ricordate il John Givings di Revolutionary Road?), compongono il terzetto di immediato contorno, e fanno la loro parte con assoluta grandezza. Tra i ruoli ricorrenti voglio segnalare una sempre bellissima Gretchen Mol (Gillian Darmody, giovanissima madre di Jimmy), Greg Antonacci (un inquietante Johnny Torrio), il sempre simpatico faccia da schiaffi Stephen Graham anche se interpreta un giovane Al Capone, e Paz de la Huerta, morbosa, conturbante, sensuale, disturbante Lucy Danziger, inizialmente amante di Nucky ed ex ballerina delle Ziegfeld Follies.
Titoli di testa (sull'ottima Straight Up and Down di The Brian Jonestown Massacre), regie, atmosfera, cura dei particolari e delle ricostruzioni storiche, cast e sceneggiatura, fanno di Boardwalk Empire un ennesimo esempio di cosa può essere una grande, grande fiction televisiva. A tutti gli altri Incantesimo a vita.
2 commenti:
I titoli di testa sembrano un quadro animato di Magritte. Con la musica per un film di Tarantino. Interessante.
Anna dai capelli Rossi
non sono un esperto di Magritte ma per quel poco che conosco, la similitudine calza. brava!
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