No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20101216

che entrino


Entren los que quieran - Calle 13 (2010)

Ed ecco il nuovo disco dei portoricani Calle 13. Si parte con un Intro da varietà, dove però non si rimane quieti, e già si comincia a non risparmiare nessuno (Directamente desde Puerto Rico, la colonia màs importante del mundo, y el unico lugar donde le prestan màs atenciòn a Miss Universo que a la educaciòn, la traduzione è superflua, credo). E si continua così. So che per chi non li conosce sarà una cosa difficile da credere, ma questi ragazzi fanno musica latino-americana, come già detto, partendo dal reggaeton e innestandoci un po' di tutto, rimanendo nell'ambito latino, e sono realmente irresistibili. I testi sono un'altra cosa. Orgoglio portoricano, battaglie anti-narcos e anti-corruzione, unità latino-americana. Liriche dirette, divertenti, sboccate ma non troppo, dure e, ancora, orgogliose.
Dopo l'Intro, c'è il primo singolo, Calma pueblo, con Omar Rodrìguez-Lòpez alla chitarra (Finalmente qualcosa di ascoltabile Omar! Dai, si scherza...), un funky-rock-latino portentoso, in Vamo' a portarnos mal mescolano merengue e ska (pezzo favoloso), in Latinoamérica, con un sacco di featuring (Totò la Momposina, Susana Baca, Marìa Rita, Gustavo Santaolalla), si sente el sabor de Cuba (ma non solo), ma si canta anche in portoghese, in Todo se mueve c'è Seun Kuti, si sente l'Africa e la blaxploitation, in Preparame la cena quasi ci si commuove, ma su ogni pezzo ci sarebbe qualcosa da dire.
Disco trascinante, i ragazzi se adeguatamente supportati potrebbero bissare il successo planetario di Manu Chao. Le potenzialità ci sono.

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