Un film parlato - di Manoel De Oliveira (2004)
Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Giudizio vernacolare: t'addormentano da' discorzi
Ho spesso avuto problemi a rapportarmi ai film di De Oliveira, ma questa volta sono uscito dal cinema soddisfatto, e vi invito ad andare a cercare questo film ed a porvi alla visione coscienti del fatto che, nonostante il regista avesse, all'epoca di questo film, 95 anni (è ancora vivo e ne ha 101 "suonati"), vedrete un film fuori dagli schemi (o, forse, proprio perchè ha 95 anni).
Una distinta, giovane e carina professoressa portoghese si imbarca con la piccola figlia su una nave da crociera che dal Portogallo raggiungerà Bombay, dove raggiungeranno il marito, pilota aereo. Durante la navigazione, e soprattutto durante le tappe (Marsiglia, Napoli, Atene, Il Cairo, Istanbul, Aden), spiega con devozione alla figlia gli intrecci tra storia, cultura e religione, le parla delle varie civiltà e, quindi, inizia una riflessione sul mondo occidentale. Vi assicuro che già questa cosa, che pare molto didascalica, vi può toccare nel profondo. Sulla nave poi, ospiti tutte le sere al tavolo del comandante (John Malkovich "dandy" più che mai), statunitense di origine polacca, tre donne famose, una francese, una italiana e una greca (Deneuve, Sandrelli, Papas), che danno vita a riflessioni più o meno profonde sulla vita, ognuno rigorosamente nella propria lingua (il film è ovviamente sottotitolato e non doppiato).
Arte, filosofia, buone maniere, dialoghi elegantissimi, incedere lento, e un finale soprendente che, come un macigno, ci obbliga ancor di più a riflettere su tutto quello che è stato detto durante il film, che, ricordiamolo, si chiama "Un film parlato", e che quindi, è fatto di parole.
Mai dette a caso.
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