Mastermind - Monster Magnet (2010)
Il discorso è questo. Bello il folk, le derivazioni country, l'avant-garde, il nu metal, il noise, il punk rock, il southern blues, la post new wave, tutto quanto. Ma quando ci vogliono un po' di chitarre distorte, dure, e assoli metal sempliciotti ma ben assestati, l'anima metallara risorge.
Ecco quindi, che ad ogni nuovo disco dei Monster Magnet, mi sento bene.
Dopo l'overdose che sul finire del 2006 ha strapazzato Dave Wyndorf, sacerdote tutelare dei magneti colossali, anche se la parte space rock è stata messa un po' da parte a favore di un hard rock massiccio, duro e concreto, 4 Way Diablo (il disco precedente a questo) incluso, la band continua imperterrita su un cammino classico, ma sicuro, e di grande presa per quelli, come me, che amano il metallo fuso e forgiato con tali fattezze.
14 pezzi con chitarre sferraglianti, assoli mirati e godibili, un basso di grande effetto, una batteria precisa e pestona, e la voce di Dave che mostra la via. Finché si manterranno su questo livello, a me va benissimo.
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