No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20101223

estação Carandiru


Carandiru - di Hector Babenco 2003 (2005 in Italia, dvd)


Giudizio sintetico: da vedere (4/5)
Giudizio vernacolare: ganzabbestia


Sul finire degli anni '90, un medico illuminato e di larghe vedute, iniziò a prestare servizio volontario, ai fini di uno studio sul virus dell'HIV nella prigione brasiliana di Carandiru, nome comune per la Casa de Detenção de São Paulo. Qui venne a contatto con una realtà a parte, fatta di uomini, storie, fantasie, regole non scritte, umanità varia e, tutto sommato, speciale. Il film racconta questa storia, fino al 2 ottobre 1992, giorno in cui fu messo in atto quello che passò alla storia come Massacro di Carandiru, e cioè l'uccisione di 111 detenuti da parte delle truppe scelte, con la motivazione di sedare una rivolta che si era scatenata in una parte del carcere.



Hector Babenco, argentino naturalizzato brasiliano, ce lo ricordiamo per il bello ma estenuante Il bacio della donna ragno, con una indimenticabile Sonia Braga, e Ironweed. Mi ero perso, colpevolmente, questo straordinario Carandiru, affresco costantemente in bilico tra il finto documentario (le "testimonianze" dei sopravvissuti sono reccontate dagli attori che impersonano i carcerati sui quali si focalizza il racconto pre-massacro), la tragedia, la commedia (nera, rosa, di ogni colore), lo spaccato sociale e, perchè no, politico e scientifico. Si ride, si piange, si condividono vite fuori da ogni canone. Regia frizzante e moderna, fotografia perfetta, il film è lungo quasi due ore e mezzo ma, grazie all'espediente che nella abbondante prima parte, ci racconta le storie di parecchi carcerati, che si confidano col Dottore, non annoia mai. Il cast è soprattutto brasiliano, e devo dire, strepitoso. Qualche curiosità: troviamo Caio Blat, che abbiamo visto in L'anno in cui i miei genitori andarono in vacanza, qui nei panni di Deusdete, Rita Cadillac, ballerina e showgirl brasiliana, passata anche al porno, nei panni di se stessa (spassoso il suo spettacolo per i detenuti, a sfondo "scolastico"), un sempre più sorprendente Rodrigo Santoro, che sto conoscendo a ritroso, qui nei panni di un gay che diventa trans (è brasiliano: era in Leonera facendo l'argentino, lo abbiamo visto nel doppio Che di Soderbergh nei panni di Raul Castro con un ottimo accento cubano, addrittura è stato nel cast di 300, interpretava nientemeno che Serse, è Paulo in Lost), molto bravo, e, secondo me, straordinario Milhem Cortaz, nei panni di Spada (in originale è Peixeira), visto in Tropa de Elite e in un paio di episodi di Cidade dos Homens versione tv, qui identico ad Alioscia dei Casino Royale, più fisicato e cattivo. Un film davvero bello. Splendida, e amara (capirete vedendo il film), la locandina.


Per la cronaca, voglio aggiungere due note importanti.

1)Il "dottore" volontario esiste, ed ha scritto diversi libri, da uno, Estação Carandiru appunto, è stato tratto il film; il dottore è un grandissimo personaggio, e si chiama Dráuzio Varella.

2)Il colonnello Ubiratan Guimarães, che comandò l'irruzione della Polizia militare, fu inizialmente condannato a 620 anni di carcere, ma poi la sua condanna fu ritirata poiché eseguiva gli ordini dei suoi superiori. (da Wikipedia)

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