No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20210601

Latitante

Hammamet - Di Gianni Amelio (2020)
Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)


Alla fine degli anni '90, dopo essere fuggito dall'Italia per evitare la prigione, il vecchio e malato Bettino Craxi sta trascorrendo i suoi ultimi giorni con la moglie e la figlia nella sua villa ad Hammamet, in Tunisia. La sua nuova vita da leader caduto e da fuggitivo è ora dedicata all'incontro con i membri della famiglia, i vecchi amici e le figure oscure del suo passato.

E' giusto che la filmografia di ogni Stato si confronti con la sua storia, anche quella molto recente, ed era senz'altro tempo che qualcuno dedicasse un film alla figura quantomeno controversa di Bettino Craxi, che, da qualsiasi punto di vista lo si guardi, è stata una delle figure più importanti nella politica italiana del dopoguerra. Amelio sceglie di schierarsi il meno possibile, e di raccontare il declino impietoso, anche fisico, di questa figura imponente, usando anche stratagemmi onirici. Il film è valido e sorretto da una interpretazione che meriterebbe ben altri palcoscenici, da parte di Pierfrancesco Favino.

It is right that the filmography of each state confront itself with its history, even the very recent one, and it was certainly time for someone to dedicate a film to the at least controversial figure of Bettino Craxi, who, from any point of view you look at him, was one of the most important figures in postwar Italian politics. Amelio chooses to take sides as little as possible, and to tell the merciless decline, even physical, of this imposing figure, also using oneiric stratagems. The film is valid and supported by an interpretation that deserves larger audience, by Pierfrancesco Favino.

2 commenti:

monty ha detto...

Ecco un film che meriterebbe un bel dibattito post visione, modello circoli operai degli anni settanta :)
Da vecchio comunista mi ha fatto quasi infuriare, magari rivedendolo avrei una reazione più fredda e razionale. Amelio non prende posizione, ma il suo Craxi ne esce bene (con tutte le spigolature caratteriali e l'arroganza dell'uomo, che il regista non cela), in maniera direi quasi assolutoria.
Io continuo a pensare che l'uomo avesse grande statura politica, un'autostima che sconfinava sovente nella superbia e, al contempo, perchè purtroppo una cosa non esclude l'altra, una modalità politica fortemente divisiva e una gestione quantomeno opaca degli aspetti economici del partito.
Dopotutto qualunque uomo storico, anche il più sanguinario, preso nel momento della malattia e della sconfitta potrebbe suscitare compassione, no?

Al film diedi 1,5/5, a Savino, mostruoso, 4/5

jumbolo ha detto...

Sono in media quindi 😁