No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.
20061006
profondo nero
Black Dahlia – di Brian De Palma 2006
Los Angeles, immediatamente dopo la Seconda Guerra Mondiale, Lee e Becky sono due ex pugili che lavorano in polizia. Tramite la fissa del loro capo per la boxe, organizzano un incontro tra di loro e riescono a farsi assegnare alla omicidi. Cominciano ad indagare su un caso scottante, l’omicidio, piuttosto cruento, di una ragazza, aspirante attrice, forse prostituta, Elizabeth Short, che li porterà a scoprire molti intrecci malavitosi nella LA di quel tempo. Contemporaneamente, scopriremo una parte del passato di Lee, e le ragioni che lo ossessionano, osserveremo lo strano e particolare rapporto tra Lee, Becky e la donna di Lee, l’affascinante Kay; inoltre, Becky, a causa delle indagini, si trova invischiato in una storia passionale con l’affascinante e misteriosa Madeleine Linscott, figlia di un magnate del cinema.
Tratto dal romanzo di Ellroy, De Palma ci propina ancora un film leccato, preciso, attento, un esercizio di stile pomposo ma mai intrigante. De Palma non osa, affidandosi a un cast dosato col bilancino (una star affermata ma giovane, una pluri-oscarizzata, uno bravissimo, un belloccio di sicuro effetto, tanti caratteristi navigati), a una scenografia attenta e maniacale, fotografia copiata pari pari da L.A.Confidential, a una regia di maniera. Ma il problema sta alla base: il film è palloso come pochi, e l’intreccio della trama di Ellroy diventa solo la mazzata finale in un mare di noia.
Quando si ha davanti un film così, e si è troppo educati per uscirne prima, si deve solo sperare negli attori. Fortuna che va fin troppo bene, perché a parte Hartnett (Becky) che non ha proprio la faccia, gli altri sono molto bravi; il “solito” Eckhart (Lee), la sempre bellissima Swank (Madeleine), sempre più brava la Johansson (Kay), ma soprattutto l’unico piacere profondo di questo film è la prestazione di Mia Kirshner nei panni di Elizabeth Short, un’attrice sensualissima e mai ben sfruttata (se non agli esordi dal grande Denys Arcand, quello delle Invasioni Barbariche, in La natura ambigua dell’amore e soprattutto in Exotica), unita a quella breve ma straordinaria di Fiona Shaw nei panni della signora Linscott.
Da evitare con cura.
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5 commenti:
e pensare che mi attirava più questo che lady in the water. Vabbè, vorrà dire che sposterò l'investimento di 7 euri da un film all'altro :)
spero di lasciarti soddisfatto. a breve scriverò diffusamente su lady in the water
non ho dubbi che sarò soddisfatto.
Dai, non e' poi malaccio questo film, c'e' di peggio...
beh si, sicuramente miki. è solo che a me, oltre la confezione, non ha lasciato granchè, e mi ha annoiato parecchio. non vi ho trovato niente di rilevante, a parte, come ho detto, alcune prove degli attori.
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