No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20061004

trailer


Vi devo ancora parlare dei 3 film che ho visto ultimamente, Black Dahlia, noiosissimo, Clerks II, divertentissimo ma for fanatics only, Lady In The Water, che mi ha attanagliato alla poltroncina e avvinto spiritualmente. Lo farò presto, come vi darò il resoconto dell'altro concerto dei Pearl Jam che ho visto, quello di Pistoia.

Curiosamente, i 3 film che ho visto tra sabato e lunedì, li ho visti nello stesso multisala, ma non è questa la cosa di cui vi voglio parlare. Mi sono ritrovato a fare un giochino con me stesso, indovinare dalle prime inquadrature dei trailer di quale film trattasse, appunto, il trailer. E a fare l'ennesima riflessione su quanto siano importanti per il traino del film stesso. E' un'arte anche questa, un po' sottovalutata senza ragione a mio parere. Tra l'altro, e questa è una questione di fortuna, se i trailer sono ben fatti il tempo di attesa del film che si è andati a vedere risulta ben impiegato e divertente.

In questo fine settimana purtroppo la fa da padrone il trailer di Miami Vice, film che non mi attira per niente, ma che potrebbe avere una chance sia per la presenza di Gong Li nel cast, sia per le buone cose fatte in passato dal regista Michael Mann (Collateral, Insider). Intrigante quello di Babel, l'attesissimo nuovo lavoro di Alejandro Gonzalez Iñarritu, regista culto (Amores Perros, 21 Grammi), per il quale sono preoccupato: esce il 27 ottobre e io la settimana dopo parto per l'Argentina, spero di farcela a vederlo. Classico ma ben fatto quello di Down In The Valley, film che interessa per la presenza dello stimatissimo Edward Norton, divertentissimo, superlativo quello di Il diavolo veste Prada con Meryl Streep e Stanley Tucci.

Retorico, pieno di luoghi comuni, ruffianissimo, quello di World Trade Center di Oliver Stone. Eppure, e questo vi dà l'idea della mia soglia di commozione, è la seconda volta che mi commuove. Estrapolo dalla mia mente tutti i cattivi pensieri sugli USA, su Bush, sui difetti degli statunitensi, sulla guerra preventiva, li metto da parte e penso solo ed esclusivamente alle brave persone che si sono ritrovate coinvolte in quella tragedia, e nonostante la monoespressione di Nicolas Cage, mi commuovo e mi si inumidiscono gli occhi. E non è tutto: sono sicuro che andrò a vederlo e mi piacerà. Poi criticherò la forma, cercherò di essere obiettivo, ma sicuramente mi coinvolgerà. Anche perchè Oliver è un amico.

Sempre a proposito di 11/9, sto terminando la lettura di Good Life, l'ultimo libro di Jay McInerney, uno scrittore che, insieme a Bret Easton Ellis mi ha accompagnato nell'età adulta, facendomi scoprire la gioia della lettura. Anche lui sta invecchiando, e i sentimenti la fanno da padrone. Sullo sfondo della tragedia, due esistenze che si stanno trascinando attraverso due vite ormai vuote accanto a compagni per i quali non sentono che noia, si incrociano. E' l'amore. Il capitolo 16 è un inno all'amore. Ve ne parlerò diffusamente.

Buona vita.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

quando ho aperto la pagina, la locandina mi era sembrata la maglia dell'inter....
forse è per quello che fa piangere...

jumbolo ha detto...

:)

Anonimo ha detto...

Una mattina, dopo un festino in casa mia, di quelli dall'effetto tsunami sulla mobilia e sul cervello, mi ritrovai lo stomaco in una zona non troppo definita tra la spalla e la scapola, e una copia di "le mille luci". Da allora, l'avrò riletto 7-8 volte. Godendonme sempre. Purtroppo di McInerney non ho trovato altro che due libri privi di entusiasmo. Mi dici cos'altro t'è piaciuto di lui?

jumbolo ha detto...

a me piacque tanto anche il seguente "riscatto", e più o meno anche gli altri.
probabilmente uno che ha lasciato un segno indelebile su di me è stato il recente "l'ultimo dei savage". l'ho trovato bellissimo.