No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.
20061014
running with the devil
Il diavolo veste Prada - di David Frankel 2006
Andy è una ragazza di provincia, decisa a diventare una giornalista. E' concreta, ha un basso profilo, educata, ha un fidanzato che lavora come cuoco e che le vuole bene, degli amici con i quali si trova a meraviglia. Arriva a New York nella speranza di fare gavetta e, alla fine, coronare il suo sogno nel giornalismo. Per un caso, forse, viene assunta come assistente della insopportabile Miranda Priestly, direttrice di Runway, bibbia della moda; Miranda è dispotica, sadica, secca nei giudizi, influente ai massimi livelli quando si tratta di moda e di tutto ciò che gira intorno ad essa. Il tormentone del film è milioni di ragazze sarebbero disposte ad uccidere per quel posto, mentre Andy la vive male, malissimo, sopportando a stento le iniziali derisioni a lei rivolte dall'intera redazione, visto che non ha la minima cura di sé e dei suoi vestiti, e le continue vessazioni a cui la sottopone Miranda. Con l'aiuto del fido collaboratore Nigel, Andy si trasformerà, dapprima esteriormente, pian piano anche interiormente, fino a perdere tutto quello che aveva prima di trovare questo lavoro, diventando però l'assoluta preferita di Miranda. Fino a che non si troverà davanti ad un bivio.
Ce lo spacceranno, anzi, lo stanno già facendo, come un film leggero ma in fondo denso di contenuti, tutto sommato edificante, recitato alla grande e diretto superbamente. In realtà, il film è una pellicola indifendibile, tutto apparenza, dove appaiono modelle famose in particine minori e perfino grandi stilisti (Valentino) nei panni di loro stessi, tremendamente noioso e dall'esilità annichilente.
La trama è schematica e iper-scontata (il brutto anatroccolo che si trasforma in cigno, ma perde i veri valori della vita, per poi riacquistarli quando, alla fine, all'improvviso le si sciolgono le fette di prosciutto che nel frattempo si è graziosamente calata sugli occhi), la regia didascalica e senza mai un colpo di genio, piatta, quando ormai neppure i videoclip si girano più così, gli attori in perenne crisi di nervi (tranne lo scrittore che, per un attimo, fa girare la testa alla protagonista, possessore di un paio di sopracciglia degne di quelle di Cannavaro prima che diventasse un fighetto, e, come dicevano quelli della Gialappa's, aveva una squadra di omini che gliele rastrellava; quello che lo salva - lo scrittore - è il fatto che lui le ha bionde), cosa quest'ultima che fa si, ovviamente, che la prestazione della Streep passerà alla storia, mentre invece gigioneggia e basta, mentre tutti gli altri fanno una figura barbina. Si salva l'ormai monumentale Stanley Tucci, nei panni di Nigel, ma ormai la bravura di Tucci, per chi è appassionato di cinema, non fa più notizia. Orripilante (come prova d'attrice, of course) la protagonista, Anne Hathaway, qui trasformata dallo staff di estetisti, truccatori e costumisti, da bellezza acqua e sapone leggermente asimmetrica quale è nella realtà, a sosia di Liv Tyler prima della tremenda cura ingrassante degli ultimi anni (si vocifera abbia ingoiato un vitello intero e ancora non riesca a digerirlo; ricordiamoci che il povero Peter Jackson ha dovuto faticare non poco e adattare le scene della trilogia dell'anello perchè la figura ormai pachidermica della Tyler non uscisse dallo schermo ad ogni inquadratura che la riguardava).
Non bisognerebbe scomodare il magistrale Altman di Pret-à-porter, l'Altman di una volta, che ancora sapeva fare film e ogni volta non sbagliava un colpo, dato che qui siamo su un livello lontano anni luce, e molto, molto più basso, per cercare di far capire che siamo davanti a una pellicola davvero mediocre, ma qualcosa bisogna pur dire.
Alla fine, vista l'indulgenza massima verso il mondo della moda, che sembra essere messo sul piano di una scuola di vita, viene il sospetto che tutto il film sia un enorme marchetta lunga quasi due ore.
Da dimenticare in fretta.
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2 commenti:
Ma povera Liv Tyler!!!!!!!!
E' bella anche cicciosa... E poi non era per la gravidanza?!?!
Sei critico con tutti te, vero!?
Pure Altman......
Ale, sei unico!!!
:)
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