No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.
20061022
rock e....
Per la par condicio, visto che qualche giorno fa ho scritto un post dedicato a Rumore, oggi lo scriverò per Rockerilla. Forse non tutti sanno che Rumore nacque intorno al 1992, se non erro, da una diaspora di Rockerilla. Ma diamo atto a Rockerilla, appunto, di essere stato un faro per chi, negli anni '80, tentava in tutte le maniere di stare a galla e di non affogare nella disco-music (e, intendiamoci, non per questo voglio dire che la odiavo), trovare qualcosa di alternativo (a quel tempo aveva, a mio parere, un senso, questa parola). Non farò come ho fatto con la televisione, non andrò più indietro: prima c'era solo Ciao 2001, e questo vi basti.
Rockerilla si sta rinnovando, e da alcuni mesi ospita una rubrica gustosa: Open Space, carta bianca ai protagonisti. Due pagine dove due artisti italiani descrivono il loro rapporto con Rockerilla. Ovviamente è un'operazione molto autoincensante, ma in effetti è doverosa. Ho ripreso a leggere Rockerilla da un anno, forse due, e devo dire che, memore anche della mia esperienza (molto circoscritta) in un mensile musicale, ci fu un periodo dove un'occhiata la davo a tutti: niente da fare, Rumore e Rockerilla sono un passo avanti. Come grafica e come contenuti.
Tornando a bomba, questo mese su Open Space scrivono Meg (che riesce, per la prima volta da quando è stata istituita la rubrica, a non parlare di Rockerilla, ma di alcune compagne detenute a San Vittore per gli scontri in Corso Buenos Aires a Milano di alcuni mesi fa, incontrate durante un concerto che lei ha fatto all'interno del carcere; da un certo punto di vista, sono contento che abbia parlato di ciò, vista la scarsità del suo disco solista, avevo paura che avesse perso anche lo spirito militante) e Alioscia (ormai tutti sapete chi è). Il pezzo di Alioscia mi è piaciuto, e vi consiglio di leggerlo. Parla del suo rapporto con Rockerilla, col walkman che riempiva le attese dei bus (fondamentali per lui, provinciale di fuori Milano), del suo "essere diverso" musicalmente, e della sua voglia di riconoscere suoi "simili", cosa che, dice, oggi è diventata impossibile. C'è da riflettere, in effetti, sull'omologazione.
Curiosamente, nella notte, ho ascoltato un estratto di un articolo dello psichiatra Vittorino Andreoli (lo conoscete tutti, quello con i capelli da pazzo - i pochi capelli, specifichiamo -) sull'uso dell'I-Pod da parte dei giovani. Dice un po' di cazzate, e mi dispiace perchè di solito dice cose interessanti lui, anche se a dire la verità, dobbiamo dargli il beneficio del dubbio: non posso conoscere l'uso che tutti fanno dell'I-Pod o di altri riproduttori. Diciamo, visto che lui sostiene che si usa l'I-Pod per non pensare, per riempire di rumore il silenzio, che l'uso degli apparecchi riproduttori di musica deve essere fatto con cognizione.
Mi piace la musica, e mi piace portarmela dietro, ma, e sono certo che lo sapete, a volte il silenzio è catartico. Mi vengono in mente alcuni fiordi delle isole Svalbard, o qualche golfo con ghiacciaio sovrastante, nel profondo sud del Cile.
Vabbè, leggete Rockerilla e il pezzo di Alioscia. Magari un giorno di questi scriverò anch'io un Open Space, senza essere artista.
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4 commenti:
ma te sei un artista.
Livio ti giuro che volevo scrivere le stesse cose...è stato il mio primo pensiero quando ho finito di leggere l'articolo...
troppo buoni.
quoto i primi due ;)
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