No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20080308

gaza

Ho trovato piuttosto interessante questo taglio basso in prima pagina sul Manifesto di giovedì scorso.


Vanity Fatah
Tommaso Di Francesco
Il simulacro ha davvero preso il posto della realtà. Così, su Vanity Fair, la rivista considerata che più glamour non si può, tutti avrebbero immaginato di trovare lumi sugli aspetti più snob o sui gossip internazionali. Per esempio sulle costosissime scarpe che il «vanitoso» presidente dell'Anp Abu Mazen - che non ha mai smentito - avrebbe comprato in Italia, nelle Marche, per migliaia di euro mentre infuria la miseria palestinese e l'assedio della Striscia. Ma certo non venti pagine d'inchiesta e rivelazioni su i come e i perché del colpo di mano a Gaza di Hamas. Fatto, ecco il punto, per prevenire un altrettanto violento golpe preparato in quasi grande stile dall'eminenza grigia dei servizi dell'Anp, Mohammed Dahlan, in sintonia con gli Stati uniti. Un «Piano b» discusso e approvato da Bush, Condoleezza Rice e dal neocon David Wurmser. Uno scoop uscito, a bella posta, l'altroieri, nel giorno dell'arrivo in Medio Oriente proprio di Condoleezza Rice che si è trincerata dietro un infastidito no comment. Non è che proprio non ci fosse mai stato sentore di tutto questo. Anzi. Ma che a raccontarcelo fosse Vanity Fair e non una testata più «appropriata» tipo il Washington Post, non è da poco. Quel che vale però è il testo di Davide Rose, il solito vero giornalista, famoso per un libro-denuncia su Guantanamo. Che ci spiega alla fine che non sarebbero arrivati soldi a sufficienza per comprare, non le armi, ma i silenzi. Così, scoperto il tentativo di golpe, Hamas ha risposto in modo preventivo. Bisognava destituire il governo democraticamente eletto nel gennaio 2006 e insediare Dahlan a Gaza come rappresentante di Fatah. Risultato finale. Dahlan è scappato in Cisgiordania pronto a nuove avventure americane, a Gaza ha vinto Hamas. Ha perso però la Palestina, gettata nel fuoco di una guerra fratricida. Grazie alla Casa bianca che, ancora una volta, ha aperto le porte ai suoi nemici.

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