Da Repubblica on-line
La società ha acquistato una pagina su alcuni quotidiani per ribattere
sulla vicenda della lavoratrice peruviana vittima di mobbing
Querele in arrivo da Esselunga
dopo la denuncia della cassiera
Aggredita dopo aver detto che non veniva mandata in bagno nonostante una cistite Il supermercato: "Tutto da chiarire. Le forze dell'ordine esperiranno le loro indagini"
MILANO - La Esselunga ha acquistato un'intera pagina su alcuni quotidiani di stamane nella quale annuncia querele per il danno di immagine subito in seguito alla pubblicità negativa per la vicenda della cassiera peruviana di un supermercato di Milano che ha denunciato di essere stata vittima di mobbing e di una gravissima aggressione e sulla conseguente mobilitazione sindacale. "Sabato 1 marzo - scrive Esselunga - i sindacati hanno indetto uno sciopero con 'presidio' e picchettaggio nel supermarket di viale Papiniano a Milano, esteso a tutti i negozi dell'azienda. In viale Papiniano il 'presidio', sabato mattina, era costituito da circa una cinquantina di sindacalisti esterni al negozio, cui si sono unite due signore, rappresentanti sindacali di quel supermarket. Nessun altro dei dipendenti di viale Papiniano ha aderito. Nel tardo pomeriggio di sabato, 21 lavoratori hanno scioperato nel negozio di via del Gignoro a Firenze, e 11 nel negozio di Borgo San Vitale a Bologna". L'azienda "sabato 1 marzo, ha funzionato regolarmente. La bagarre stile anni '70 falsamente raffigurata da organi di parte, non c'è stata. Esselunga sabato ha 'servito' 657.424 clienti. Pretesto per questa conclamata agitazione sarebbe un accadimento tutto da chiarire sul quale le forze dell'ordine - prontamente intervenute su nostra chiamata - e la magistratura esperiranno le loro indagini. Attendiamo con fiducia". I fatti risalgono allo scorso 2 febbraio: la donna, 44 anni, due figli, un contratto part-time di 30 ore settimanali per poco più di 1000 euro netti al mese, soffre di problemi renali. Le capita di stare male, ma non le è consentito di andare alla toilette. Finito il lavoro "umiliata e piangente" va in ospedale dove, dice, le viene diagnosticata una cistite emorragica. Prognosi: 15 giorni di malattia. La donna decide di iscriversi alla Uiltucs-Uil: "Le colleghe che hanno aderito all'organizzazione - dice - sono le uniche che hanno il coraggio di raccontare come mi hanno fatto fare pipì addosso".
Giovedì scorso il fatto più grave: nello scantinato uno sconosciuto la aggredisce: la benda, le blocca le mani, le infila in bocca un panno e le sbatte la testa contro i muri del bagno. Poi tra urla e minacce preme il tasto dello sciacquone. Lei sviene e viene aiutata dal direttore ("all'inizio ho avuto la sensazione che credesse mi fossi fatta male da sola") che la accompagna in ospedale. La lavoratrice ha sporto denuncia alla polizia: "Voglio sapere chi è stato a picchiarmi e perché". E soprattutto riferendosi alla sua denuncia di mobbing dice "di voler lottare ora perché nessuno sia sottoposto alle stesse umiliazioni che ho subito io". Esselunga, nell'inserzione di oggi, prosegue con la seguente versione dei fatti. "Repubblica ha dedicato all'evento due intere pagine nell'edizione di sabato, e due in quella di domenica. Raitre, televisione di Stato, ha dato all' 'agitazione' ed alla sua causa un grande rilievo. La bieca luce nella quale è stata posta Esselunga, dipinta come azienda reazionaria, arcigna e senza scrupoli, nuoce grandemente alla sua reputazione ed alla sua immagine di azienda moderna, aperta, amica. Il danno che ne nasce a tutti i livelli, umani, del lavoro, commerciali, politici (pubbliche amministrazioni locali) è enorme". Per questo Esselunga ritiene "giusto portare questa verità alla conoscenza del pubblico e denunciare il clima di intimidazione artatamente creato a nostro danno da taluni sindacalisti, politicanti e giornalisti. In un palese concerto. Accertata la realtà dei fatti, ci attiveremo in ogni modo nei confronti di Cgil, Uil, Repubblica e Rai per un risarcimento dell'ingente danno subito. Ringraziamo i nostri dipendenti, i clienti e quella larga fascia di pubblico che ha conservato la propria indipendenza di giudizio, per il supporto che ci vorranno dare".
(4 marzo 2008)
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