Rabbia - Una biografia orale di Buster Casey - di Chuck Palahniuk
Buster "Rant" Casey nasce a Middleton, una cittadina dove non c'è niente ed è in mezzo al nulla. Non c'è niente, ma in compenso ci sono molti cani ("Il cane da caccia sta a Middleton come la vacca sta alle strade di Calcutta o Nuova Delhi"). E' un bambino strano ma precoce, somigliante in modo impressionante a suo padre, nato da una madre giovanissima. Passa il tempo a infilare le braccia dentro le tane degli animali selvatici e a farsi mordere: un po' alla volta si rende immune, divenendo così portatore sano del Lyssavirus. Riesce a sconvolgere "l'intero tenore di vita della gente di Middleton" recuperando, insieme all'amico d'infanzia Bodie Carlyle, vecchie latte dimenticate nelle case, sapendo già che dentro vi avrebbero trovato vecchie monete d'oro e d'argento dal valore altissimo: "qui abbiamo avuto un'estate in cui un bastoncino di liquirizia ti costava cinque dollari d'oro". Ma Rant ha un disegno preciso per il futuro, e se ne va da Middleton. Diventa un "notturno" e un praticante del party crashing.
Ennesimo capitolo della bibliografia "malata" di uno degli autori più significativi, promettenti, geniali, innovativi, sfrontati, insani, della letteratura contemporanea. I fans si accapigliano sul punto in cui sia la "parabola" di Palahniuk, se questo o quel libro sia il migliore, se ormai sia alla frutta oppure ogni volta si superi, fatto sta che Chuck di certo non annoia mai.
Questa volta, come dice il sottotitolo nella traduzione italiana, si affida al racconto orale per trarne una biografia; una biografia di un personaggio che sembra solo un folle, e che invece pian piano prende forma in tutta la sua lucidità (comunque folle), fino al disvelarsi del piano (o contro-piano) finale. Lo sfondo è una società "evoluta" (o involuta) nel futuro (molto) prossimo, divisa tra abitanti del giorno e della notte (appunto, diurni e notturni), tenuti separati tra di loro per legge da un coprifuoco, dove le persone non guardano più la televisione o il cinema ma si "incanalano" dei "picchi" tramite una "porta" posta sul retro del collo (cambiano leggermente le modalità ma il richiamo a Strange Days è palese), e i notturni si divertono facendo party crashing, un "gioco sociale" dove ci sono regole ben precise, serate a tema, addobbi delle auto, ma sostanzialmente ci si tampona per il gusto di "socializzare" (e quando leggerete le spiegazioni non potrete non pensare a Crash di J.G. Ballard, mixato con il Fight Club). Condisce il tutto la legge TI-VEDO. E siamo all'attualità, quindi (teniamo conto che il libro è uscito nel 2007).
Il libro scorre inizialmente lento, con qualche difficoltà, vista la forma: brevi dichiarazioni di conoscenti, amanti, genitori, amici, nemici, autorità locali, che hanno conosciuto (ma anche no) Rant, ne hanno sentito parlare; Palahniuk non spiega niente, né di lui, né della struttura della società che fa da sfondo al racconto, per cui le cose ci mettono un po' ad andare a posto. Man mano che si va avanti, la difficoltà lascia il posto allo stupore, dopo di che all'illuminazione, fino all'esaltazione e al coinvolgimento, alla scoperta, fino alle supposizioni che il lettore non riesce a non fare mentre si avvicina alla fine. Una sorta di libro interattivo. Un'esperienza anche sensoriale. Magari non sarà il miglior libro di Palahniuk, ma di certo non viene voglia di chiuderlo leggendolo, ed è sicuro che lo scrittore non scrive per timbrare il cartellino.
Palahniuk è un folle, ma è un folle con un'immaginazione perversa, adulta ma che gioca con lei come giocherebbe un bambino se conoscesse tutto. E che ha capito che per ribellarsi ad una società che sta riducendo gli spazi di democrazia, l'unica via è prendersene gioco, immaginandosene una ancora peggiore.
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