Razorama - di Enrico Brizzi
Quattro amici, due ragazze e due ragazzi, decidono di attraversare in catamarano, il Saint-Just, il tratto di mare dal Kenya al Madagascar. Uno di loro, al suo arrivo, dovrà sposarsi con una ragazza locale, di famiglia potente. Accadrà l'impensabile, e le loro storie si incroceranno con quella di un giornalista italiano inviato sull'isola.
C'è un certo piacere nello scoprire un giovane scrittore promettente, italiano per giunta, e seguirne la crescita, rimanendone sempre soddisfatti e, al termine dei suoi libri, uscirne sempre arricchiti. Il caso di Brizzi è uno di questi, ed è, a mio parere, uno dei migliori. Brizzi è un ottimo narratore, ed è riuscito negli anni a prefezionare la sua prosa in maniera quasi spaventosa. Questo "Razorama" è scritto in maniera impeccabile, con un taglio quasi antico, bellissimo e, a tratti, perfino difficile. Il problema è che l'intensità della storia ci rimette. Le emozioni che da sempre il bolognese è riuscito a trasmetterci, questa volta quasi mai fanno breccia nel cuore, anche se l'intreccio risulta avvincente. Sono quasi sicuro però, che sarà solo un passaggio verso un ulteriore miglioramento.
"I verbi deponenti deponevano contro di lui, e i riflessivi riflettevano la sua ignavia."
Sarebbe un vero peccato che uno scrittore del genere si perdesse.
Libro e recensione sono del 2003
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