Una canzone per Bobby Long - di Shainee Gabel 2004
Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Giudizio vernacolare: fa piangéééé
Pursy, una giovanissima ragazza un po' sbandata e senza un futuro radioso davanti, viene avvertita che la madre, che non vede da anni, è morta. Si reca così dove abitava anche lei da piccola, e trova la casa occupata da un vecchio professore di letteratura e dal suo assistente, che sta scrivendo un libro sulla vita del prof., entrambi alcolizzati, che conducono una vita fatta di ozio, drink e sigarette, citazioni letterarie e storielle divertenti, ma che sono anche fulcro di una piccola comunità di "invisibili", tutti devoti alla di lei defunta madre.
Il suo arrivo crea dapprima tensioni, e con la decisione seguente di installarsi nella casa scatena poi una serie di cambiamenti fino ad allora impensabili.
Ambientato ai margini di New Orleans, questo film all'apparenza eccessivamente buonista e prevedibile spaccherà in due il vostro cuore, a meno che non siate di pietra.
Stupendamente recitato anche nelle parti minori, diventa da subito poesia, anche grazie alla mano delicata della Gabel, al debutto come regista ma esperta sceneggiatrice, e vi attanaglia fino alle viscere anche se capirete immediatamente dove andrà a parare.
Straordinariamente intenso come la pancia di Travolta, la splendida colonna sonora e il viso irresistibilmente dolce di Scarlett Johansson.
Un toccasana che vale il biglietto.
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