No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20100504

il re


Malfunk + Los Fuocos, 1/9/2005, Lodi, Festa de l’Unità

Volumi stranamente altissimi per gli opener Los Fuocos (se non ho capito male), autori di un convincente punk rock dall’ottimo tiro. Niente di meglio per aprire la serata.

Verso le 23.00 ecco i Malfunk. Una storia infinita di appuntamenti rimandati tra me e loro. La premessa doverosa è la mia personale teoria su questa band italiana, ingiustamente snobbata dalla massa. E’, probabilmente, un caso tutto italiano, di una band valida, osteggiata dalla critica e dalle persone a causa dell’ampia visibilità del suo frontman. Un’idiozia davvero tutta italiana e spiccatamente provinciale. Un’ingiustizia musicale.
Una band che affonda le sue radici nel punk hardcore italiano (Fefo, il chitarrista, fu figura storica del movimento HC toscano e nazionale), e che paga dazio all’ormai datata onda grunge, senza però rinunciare a influenze più recenti; inutile mettersi qui a rimarcare quali pezzi ‘’suonano’’ come alcuni dei Pearl Jam o, addirittura, dei Soundgarden (e ce ne sono). Il fatto è che i Malfunk hanno seguito un notevole percorso, progredendo fino ad un album davvero bello, ‘’Dentro’’, del 2003, senza mai ‘’fare il botto’’. E ancora oggi, facendolo girare nel lettore, mi chiedo il perchè.
Si parte con Senti che, lentamente, si continua accelerando con Comprendere, si fa un passo indietro con Resisterò, dopodiché la doppietta davvero impressionante di ‘’Dentro’’: Tutto il mio meglio, una ballad ipnotica e avvolgente, e la splendida Sono il re, un potenziale hit-single rock che ti marchia a fuoco le orecchie e il cervello.
Non c’è grande movimento sul palco, solo professionalità. Ma come chiedere di più, di fronte a un centinaio scarso di persone, una buona parte disinteressate? Di Fefo abbiamo già detto; Marco è una delle più belle voci rock italiane, ha un modo di usarla impressionante, Ugo ed Enrico due ottimi comprimari.
Ancora un estratto da ‘’Dentro’’, In ogni attimo, poi una bella sorpresa: la cover di The Lost Art Of Keeping A Secret dei Queens Of The Stone Age, evidentemente un’altra band amata dal quartetto toscano. La versione è ottima, se proprio vogliamo cercare il pelo nell’uovo, la linea vocale di Marco è fin troppo ricercata, se confrontata con l’originale, e il solo di Fefo è diverso, ma almeno originale. Non propriamente difetti quindi: mi piace più di quella dei QOTSA.
Ancora un pezzo dall’ultimo cd, l’ottima Mi salverò, prima di una doppia occhiata al passato dei Malfunk: Vittima di vita, probabilmente il pezzo migliore da ‘’Tempi supplementari’’, e la devastante Federico tu non stai bene (un pezzo che potete tranquillamente collegare strettamente alla mia teoria iniziale). Irresistibile. Ti viene davvero voglia di spaccare i denti a qualcuno antipatico.
Mi chiedo se la simpatia sfrontata di Marco, decisamente marchio di fabbrica toscano, possa essere a volte mal interpretata. Poco male, così è se vi pare.
Ancora due pezzi da ‘’Dentro’’: Il dubbio, per poi chiudere con la martellante Lento. Un’ora giusta giusta. Ripensando alle continue e ironiche allusioni di Fefo al sesso, un amico mi fa: ‘’ma voi toscani non pensate ad altro!’’. Mi sa che è vero. Va bene così.
Mentre polverizzo l’autostrada penso che sono il re. Di tutto quel che ho.

2 commenti:

ndruglio ha detto...

chi è lo rre?

jumbolo ha detto...

te