No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20100522

voglio una pelle splendida


Afterhours con Greg Dulli + Diva Scarlet, 3/9/2004, Bologna, Estragon

Ottima affluenza (alla fine risulterà esaurito l'Estragon) per questa data, anche se per motivi differenti. Il giorno seguente comincia la due giorni dell'Independent proprio qui e all'Arena Parco Nord, gli Afterhours, nonostante l'enorme numero di concerti, attirano sempre, la presenza di Greg Dulli annunciata, e la speranza di un cameo di Mark Lanegan, vista la sua presenza il giorno seguente all'Independent. Anche se già in fila ci sarebbero motivi per innervosirsi ("…Afterhours più Greg Dulli…ma chi è sto Greg Dulli?"), appena dentro la presenza delle Diva Scarlet ci rilassa. Quartetto femminile, power rock, poco più di mezz'ora di set, non male. Bene così.
Verso le 23 ecco gli Afterhours, che aggrediscono subito con "Rapace". Chiariamo una cosa: gli After sono sempre di più la band di Manuel Agnelli, e sia detto senza cattiveria. Gli altri sono comprimari, compreso il batterista che è l'unico superstite storico della prima formazione, anche se la batteria viene montata sempre più in primo piano sul palco (tra un po' suonerà sopra il mixer se continua così).
Non è una cosa bellissima da notare, ma è la realtà, e c'è poco da fare: funziona, e sono un gran gruppo anche così. Manuel sa dell'importanza della serata, è teso ma non si risparmia, si "dà" come al solito, con quell'aria di superiorità e riconoscenza al tempo stesso, anche se ormai non riesce più a capire chi l'ha portato così in alto, e chi sia invece l'ultimo arrivato tra il suo pubblico. Sforza la voce, a volte troppo, ma si fa apprezzare. Riesce ad evitare alcune gag ormai stantie, ma non resiste a riproporne alcune (il ruota-microfono alla Daltrey, la presentazione-scherzo del "pezzo lento"). Pezzi ormai classici per un'ora, cosa che, giocoforza, costringe a lasciar fuori qualcosa. Si intravede Dulli, ed eccolo che viene chiamato sul palco. Non capisci mai se è già ubriaco o se sia ebbro di felicità, con quell'aria un po' così. I pezzi (saranno diversi, alcuni paiono pezzi nuovi degli After in inglese, alcune cover, Lou Reed, Springsteen, Iggy and the Stooges) perdono qualcosa in potenza ma sono più caldi (del resto, c'è un Soulman sul palco), c'è molto piano, entra una violoncellista molto elegante.
Il resto della band, come suggerisce un amico, "fa un passo indietro" ulteriore, inoltre si sentono alcune sbavature (forse i pezzi non sono stati provati al meglio, forse è una festa e non si va troppo per il sottile), e la coesione Dulli/Agnelli poteva essere migliore, visto il tempo che pare abbiano passato insieme.
Certo, con tutto il rispetto per Manuel, sulla cover di Springsteen quando, dopo la strofa iniziale da lui cantata, attacca Greg, si ha l'impressione che la macchina fosse stata in terza su un rettilineo, e Dulli abbia messo la quarta "liberando" il pezzo.
Finalone con "Voglio una pelle splendida", nel quale Dulli canta in italiano. Si raggiunge l'apice del duetto, e, nonostante le pecche citate prima, nonostante Lanegan non appaia, non possiamo far altro che ringraziare Agnelli per questa serata. Finalmente, anche noi siamo, per una volta, al centro dell'evento, seppur alternativo. Di solito queste cose le leggiamo sui giornali, costretti ad immaginarle e a cercare i bootleg, perché accadono solo in Inghilterra o negli States.
Quindi beh, respect Greg, you're the one. Grazie vecchio Manuel.

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