Noi che non siamo come le altre - di Lucía Etxebarría (2003)
Storie spagnole, di uomini e donne. Intrecciate tra loro. Soprattutto le storie di quattro donne, Raquel, Elsa, Maria e Susi, ma pure di qualche uomo. I traumi, le dipendenze, le deviazioni, le perversioni, la lotta per una sorta di sopravvivenza, per sopravvivere all'amore, senza l'amore, per colpa dell'amore e in cerca dell'amore.
Forse ci piaceva più così, la scrittrice valenciana di famiglia basca. Meno psicanalizzatrice, più selvaggia. Prosa diretta ma non certo tirata via, anzi.
Seppure, per stessa ammissione della scrittrice, il libro in questione nasca come raccolta di racconti, che in un secondo momento decide di legare tra loro, c'è del buono, e alcuni di essi rimangono nella memoria. Sempre in bilico tra soft-porno (a volte togliendo il soft) e (appunto) psicanalisi a buon mercato, Etxebarría ci racconta donne (e uomini) che pensano troppo. E soffrono.
Difficile non riconoscervisi, almeno in parte.
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