La mala educación - di Pedro Almodóvar 2004
Giudizio sintetico: si può vedere (2,5/5)
Giudizio vernacolare: vai vai mandaceli da' preti...
1980, in una Spagna da poco uscita del franchismo e in piena liberazione sessuale, Enrique, giovane regista gay col blocco dello scrittore, riceve la visita di Ignacio, compagno al collegio dei salesiani e primo, e forse unico, amore adolescenziale, che gli sottopone un copione interessante, ma ne pretende la parte principale.
Il copione parla in pratica, della loro adolescenza in collegio e delle conseguenze che essa ha avuto, e Ignacio sembra troppo cambiato agli occhi di Enrique.
Almodóvar torna e affronta un tema complesso (l'omosessualità), che conosce bene, che adesso è, come dire, di attualità nel suo paese (con le proposte di Zapatero), e che non ha mai abbandonato la sua filmografia; lo affronta in tre periodi storici ben diversi da quelli odierni, in un paese simile, ma mai uguale al nostro. Appesantisce il tutto con l'educazione religiosa e la pedofilia. Almodóvar è indubbiamente un maestro, e si vede fin dai titoli di testa, ma il film, conservando una certa logica nella prima parte, si perde nei meandri della sceneggiatura nella seconda, e non basta un cast eccezionale a salvarlo dalla confusione. Spiace ammetterlo, perchè come sempre il film contiene delle cose straordinarie: un ennesimo esempio, come lo chiamano gli esperti, di metacinema (film nel film), esaltato al massimo e molto più lungo del corto muto di "Parla con lei", e un trattato forte e potentissimo sulla passione, e sulle conseguenze disastrose alle quali, spesso, porta. Forse è proprio questa passione che gli fa perdere di vista la fluidità dell'intero film.
Straordinario Ignacio bambino (Ignacio Pérez), talmente accattivante da concedere delle attenuanti alla pedofilia del prete protagonista.
PS Ditemi se Bernal travestito non è uguale alla Juliette Lewis degli ultimi film.
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