2046 - di Wong Kar Wai 2004
Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Giudizio vernacolare: leeeeeento
Seconda metà degli anni '60, Hong Kong. Il giornalista Chow, distrutto da un amore finito, si inventa scrittore di fantascienza, e usa le donne che conosce per caratterizzare i personaggi dei suoi racconti. Nel frattempo, nella realtà vaga da una donna all'altra, spezzando cuori ma ricevendo altrettante delusioni, il tutto nell'indelebile ricordo dell'amore perduto.
Ideale seguito dell'indimenticato e indimenticabile "In The Mood For Love", il film è un canto all'amore (anche se nasce da rapporti mercenari): cambiano i tempi, ma l'amore rimane, e ci porta alla deriva.
La leggenda vuole che il regista si presentasse sul set con due fogli di copione al giorno; in effetti, la sceneggiatura sembra navigare a vista, ma l'eleganza di questo "Lynch dell'amore" fa sì che gli si perdoni tutto, anche quasi 90 minuti di ralenti su due ore di film: in qualsiasi altro film, di qualsiasi altro regista, risulterebbero fastidiosi oltre che stucchevoli.
Invece, questa sorta di capo ultras dei feticisti (i primi piani delle scarpe col tacco si sprecano, e sono gioia per gli occhi), soddisfa in pieno gli esteti del cinema, i romantici ad oltranza e gli amanti delle donne orientali. Un po' meno tutti gli altri.
Inferiore al predecessore, ma godibile se si appartiene alle categorie sopra citate.
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