Torno a casa a piedi - Cristina Donà (2011)
Ho sempre avuto grande stima di Cristina Donà, fino dai suoi esordi l'ho seguita e vista dal vivo. L'ho paragonata perfino a Mina a livello vocale, ma ho sempre detto che dal vivo, quando prova a fare la spiritosa, non ha i tempi comici e risulta goffa.
Vi chiederete cosa c'entra. Questo nuovo disco, che come al solito la stampa specializzata italiana si è affrettata ad osannare (poi parliamo male degli inglesi che spacciano qualsiasi nuova band rock come i nuovi Led Zeppelin), non è certamente il miglior lavoro della cantautrice nata a Rho, ma contiene qualche pezzo molto, molto bello (Più forte del fuoco, Un esercito di alberi), ai livelli dei suoi migliori, altri discreti (Torno a casa a piedi, Tutti che sanno cosa dire, Aquilone), caratterizzati da arrangiamenti non usuali, rispetto a quello che aveva fatto fino a adesso, arrangiamenti ricercati, con uso di molti strumenti, e altri piuttosto brutti [Miracoli, Giapponese (L'arte di arrivare a fine mese)], dove Cristina sembra proprio che provi a fare la spiritosa, così come dal vivo.
I testi, invece, sono sempre molto interessanti, e questo è sempre stato un suo punto di forza.
E' comprensibile che al settimo disco, si abbia voglia di fare qualcosa di diverso, e non critico la scelta di costruire strutture musicali più complesse, ma queste ultime non bastano per sfornare nuove belle canzoni. E non sempre è domenica.
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