La guerra dei mondi – di Steven Spielberg (2005)
Giudizio sintetico: si può perdere (2/5)
Giudizio vernacolare: dé, toncruiser, e devi essé ranbo
Ray è un ottimo gruista di container giù al porto, ma un pessimo padre. Divorziato (la moglie è incinta del nuovo, perfetto e ricco marito), deve tenere i due figli per il weekend. Il più grande, Robbie, non lo sopporta, la piccola, Rachel, tenta di capirlo e, nello stesso tempo, di guidarlo. All’improvviso, una serie di fulmini causano dei black out in tutto il mondo. E’ l’inizio di una guerra senza esclusione di colpi, tra invasori extraterrestri e gli umani, che sembrano impotenti davanti alla spaventosa potenza delle migliaia di tripodi enormi che distruggono qualsiasi cosa trovino sul loro cammino. E’ il caos, ma Ray dimostra di tenere ai suoi figli più che a qualsiasi altra cosa al mondo.
Francamente, da Spielberg ci aspettavamo qualcosa di più. Una partenza buona, dal punto di vista della tensione (e, forse per la prima volta, vediamo Spielberg usare la camera a mano), anche se discutibile a livello delle psicologie dei personaggi, davvero spicciole; una seconda parte noiosissima, che raggiunge l’apice nell’interminabile ‘’incontro’’ tra Ray, che nel frattempo ha lasciato andare Robbie a compiere il suo dovere patriottico, ma che ha sempre con se Rachel, la figlioletta so-tutto-io improvvisamente terrorizzata e amorevole, col solitario e disturbato personaggio interpretato da un imbolsito Tim Robbins (il tempo passa per tutti). Nessuna incertezza sullo stereotipato lieto fine, e l’impressione che i tripodi siano un immaginario mezzo extraterrestre un po’ antiquato, del tutto fuori luogo in un film moderno, anche se in fondo è un remake.
Per chi ha seguito la serie tv Taken, anche il timore che improvvisamente, Rachel si mettesse allegramente a dialogare con gli invasori e rimettesse tutto a posto (Dakota Fanning, Rachel in questo film, star in miniatura davvero debordante a livello di presenza, era la protagonista mezza aliena).
Piatto come il mare in un giorno senza vento.
Piatto come il mare in un giorno senza vento.
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