21 - Adele (2011)
Non mi dispiace per niente, questo nuovo lavoro della giovanissima londinese. Probabilmente, mi piace di più del suo debutto, che mi colpì meno. Tra l'altro, apprendo solo adesso che i titoli dei due dischi rappresentano l'età della signorina (all'epoca della composizione, visto che è nata nel 1988, beata lei).
Oltre il singolone Rolling In The Deep, che ci hanno già fatto venire a noia, il resto del disco è fortemente venato di r'n'b spiccatamente romantico, fatto soprattutto da ballate, ma molte sono piacevoli, e la voce di Adele Laurie Blue Adkins, che un po' di viso e un po' di stazza mi ricorda Alison Moyet (non nella voce, anche se pure quella di Adele ha un bel timbro e un'ottima estensione), viaggia alla grande, e riesce a provocare qualche brividino (Someone Like You).
Non riuscitissima la cover di Lovesong dei Cure, il songwriting, in generale, può migliorare. In effetti, quando arrivano le bonus track (del disco esistono almeno 7 versioni diverse, con diverse bonus track), si nota un'incisività maggiore: sulla versione che ho io ci sono If I Hadn't Been For Love, cover dei bluegrassers The SteelDrivers, e Hiding My Heart della statunitense Brandi Carlile.
Ancora troppo pop, nel complesso, per i miei gusti, ma non si sa mai nella vita.
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