No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20110208

un altro anno


Another Year - di Mike Leigh (2011)

Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Giudizio vernacolare: ti spappolano dai discorzi vest'ingresi

Inghilterra, Derby. Tom e Gerri, si, proprio come il gatto e il topo dei cartoni animati, sono una coppia di circa sessantenni, felicemente sposati. Sono vicini all'età pensionabile, ma tutto sommato svolgono i loro lavori con una certa soddisfazione: Tom è geologo, Gerri è psicologa. Sono felici, si rispettano, stanno bene insieme e, a parte il lavoro, fanno quasi tutto insieme.
Soprattutto, coltivano con amore il loro orto (dove in fondo, coltivano anche il loro amore), dove passano buona parte del loro tempo libero.
Hanno un figlio trentenne, Joe, che ancora non è né fidanzato, né sposato, che somiglia a loro caratterialmente ed ha un buon impiego. Si vedono spesso, e vanno d'accordo.
Tom e Gerri, con la loro stabilità e il loro costante buon umore, sono una sorta di riparo per molti loro amici. Sono spesso loro ospiti Jack, la cui moglie ha problemi di salute, Ken, anche lui vicino alla pensione e impaurito dalla prospettiva di rimanere senza niente da fare, essendo solo, impaurito tanto quanto è disturbato dall'avvicendarsi delle persone giovani al posto di quelle meno giovani, sia sul lavoro che nei pub, e soprattutto Mary, una collega di Gerri, più giovane, divorziata, logorroica, senza figli, e con diverse storie sbagliate alle spalle, ma sempre allegra, cinguettante e spesso ubriaca.
La stagioni si avvicendano, e le cose accadono.

Di cosa ci parla questo nuovo film di Mike Leigh? Della vita, in fondo. Dei rapporti interpersonali, della solitudine che deriva dalla mancanza dell'anima gemella, dell'attitudine che ognuno di noi, ognuno in maniera diversa, affronta la vita. Del tempo, che scorre, inesorabile. Del fatto che anche noi, invecchiando, diventiamo storia, del fatto che ognuno di noi è stato giovane, e spesso tende a non ricordarlo. Si, parla un po' di tutto questo, con una struttura divisa in quattro parti, una per ogni stagione, scandita dall'orto di Tom e Gerri, dalle persone che girano loro intorno. Si apre con un primo piano su un personaggio che non c'entra quasi niente con lo svolgimento della storia, si chiude con un ennesimo primo piano (scena molto bella) su un altro personaggio che inizialmente sembra non c'entri niente, per poi rivelarsi il fulcro del plot.
Leigh, come sempre, mette in scena la vita, in un ennesimo film pieno di dialoghi ben scritti, di battute molto divertenti, un turning point un po' telefonato, che però imprime una svolta leggermente drammatica alla storia, storia che lascia con qualche interrogativo, o meglio, storia che rimane "appesa", per lasciare allo spettatore sia ampi spiragli per riflettere, sia per immaginare come si svolgerà la prossima stagione, il prossimo anno.
Personaggi ben disegnati e delineati, anche quelli che hanno un minutaggio ridotto (penso a Ronnie, il fratello di Tom, ed a suo figlio Carl), grandi prove recitative, bella fotografia, telecamera che scruta in maniera insistente i primi piani dei protagonisti, per poi alleggerire qua e là con campi medi spesso bucolici (l'orto).
Certo, è sempre più difficile credere che Leigh lavori senza sceneggiatura, dopo aver visto i suoi film. Per la perfezione del tutto, viene il mal di testa solo ad immaginarsi quante prove ci siano volute. Eppure, tutto ciò evidentemente dà i suoi frutti, non solo qualitativi: pare che il budget sia stato ridottissimo.
Non eccezionale, ma sempre graditissimo. Bravissimo Jim Broadbent (Tom), superlativa Lesley Manville (Mary).

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