La stessa barca - 24 Grana (2011)
Sesto disco in studio per i napoletani, prodotto da Steve Albini. C'era molta attesa, tra gli appassionati, e secondo il mio punto di vista, il risultato è proprio quello che ci si poteva aspettare.
La musica dei 24 Grana è difficilmente incasellabile, ed è questa la loro bellezza, unita ai testi, piccoli affreschi urbani densi di poesia cruda, pienamente napoletana. Non c'è solo il reggae-dub mischiato al rock più orecchiabile: ci sono tutta una serie di reminescenze degli anni '80, a partire dall'hardcore-punk, più nell'attitudine che nella forma musicale, fino ad arrivare alla new wave e a tutto quello che è post rispetto a quegli anni.
Batteria bella gonfia nei suoni, chitarre sporche quanto basta, basso preciso, e la voce di Francesco Di Bella con un risalto appropriato. Una manciata di canzoni cantate a volte in dialetto, a volte in italiano (con quel bell'accento inconfondibile, sentite come pronuncia la zeta di alzerò in Cenere), completamente da amare.
C'è l'imbarazzo della scelta: canzoni movimentate (La stessa barca, Stop!, Ce pruvate Robè, Malevera, davvero intrigante quest'ultima), sostenute (Salvatore, Ombre), più riflessive (Turnamme a casa, Germogli d'inverno, bellissima, Oggi rimani laggiù, evidente omaggio ai CSI e a Ferretti, ancora una volta un pezzo emozionante).
Un disco molto interessante, che non venderà molto, ma piacerà a chi, nella musica, cerca qualcosa di più che un ritornello da fischiettare sotto la doccia.
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