Per la serie: Le recensioni di Cat...
Altazor (o el viaje en paracaìdas) - di Vicente Huidobro
Come si scrive un romanzo in poesia? Come si può raccontare la storia del cavaliere Altazor in versi? Non pensate all’Orlando Furioso, lasciate stare principesse, tornei e tavole rotonde e immaginate il cavaliere meccanico Altazor che si muove in un mondo post-moderno e chirurgico, fatto di macchine e di acciai. Racconta la sua storia e parla e ci parla con una lingua evocativa, ricca di immagini e di sogni completamente in contrasto con il mondo che lo circonda.
Mai tradotto in italiano e considerato per anni (è stato pubblicato in Cile per la prima volta nel 1919) assolutamente intraducibile, Altazor va letto, possibilmente in spagnolo, anche solo per lasciarsi trascinare nelle scatole cinesi delle sue immagini e apprezzare una lingua così densa di significati.
Citazione:
Sé triste, más triste que la rosa, la bella jaula de nuestras miradas y de las abejas sin experiencia.
Come si scrive un romanzo in poesia? Come si può raccontare la storia del cavaliere Altazor in versi? Non pensate all’Orlando Furioso, lasciate stare principesse, tornei e tavole rotonde e immaginate il cavaliere meccanico Altazor che si muove in un mondo post-moderno e chirurgico, fatto di macchine e di acciai. Racconta la sua storia e parla e ci parla con una lingua evocativa, ricca di immagini e di sogni completamente in contrasto con il mondo che lo circonda.
Mai tradotto in italiano e considerato per anni (è stato pubblicato in Cile per la prima volta nel 1919) assolutamente intraducibile, Altazor va letto, possibilmente in spagnolo, anche solo per lasciarsi trascinare nelle scatole cinesi delle sue immagini e apprezzare una lingua così densa di significati.
Citazione:
Sé triste, más triste que la rosa, la bella jaula de nuestras miradas y de las abejas sin experiencia.
La vida es un viaje en paracaídas y no lo que tú quieres creer.
Vamos cayendo, cayendo de nuestro cenit a nuestro nadir y dejamos el aire manchado de sangre para que se envenenen los que vengan mañana a respirarlo.
Vamos cayendo, cayendo de nuestro cenit a nuestro nadir y dejamos el aire manchado de sangre para que se envenenen los que vengan mañana a respirarlo.
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