No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20080206

cassandra's dream


Sogni e delitti - di Woody Allen 2008


Giudizio sintetico: si può perdere


Londra, due fratelli vengono da una famiglia modesta ma cercano di vivere al di sopra delle proprie possibilità. Ian lavora controvoglia nel ristorante del padre ma sogna la California e prova ad investire in alberghi laggiù. Convince il fratello Terry, giocatore incallito (corse dei cani, carte), meccanico, ad acquistare una barca anche se non hanno soldi. Pian piano, si mettono nei pasticci, ma ecco lo zio Howard, ricco e giramondo chirurgo plastico, a risolvere tutto. O quasi, perchè la contropartita che richiederà loro, sarà molto, molto difficile da accettare...


Delle due l'una: o sono cambiato io oppure è cambiato Allen. L'impressione, con alti e bassi, è che il grande Woody si stia lentamente avviando sul viale del tramonto. Nonostante gran parte della critica si lanci in elogi anche per questo ultimo Sogni e delitti, paragonandolo a Match Point forse solo perchè c'è il link della tragedia greca, ossessione di Allen da sempre, ma pesantemente presente nei suoi ultimi lavori, questo film è una delusione come una buona parte dei film degli ultimi 10 anni. Forse, però, è decisamente il peggiore, soprattutto perchè, come nota Manhola Dargis del New York Times, dà decisamente l'impressione di essere girato in tutta fretta (e nonostante questo risulta decisamente troppo lungo per gli standard alleniani). Il doppiaggio italiano ci mette il carico da 11, rovinando probabilmente qualche prova recitativa passabile (anche qua però siamo in un campo desolante: Colin Farrell, un tempo promettente, sembra ormai avere la stessa identica espressione sia che reciti Alessandro il Grande, sia un meccanico londinese; Ewan McGregor pare essere da un'altra parte, e via così; anche il meraviglioso Tom Wilkinson si perde in un mare di prove apparentemente svogliate). Si stenta a riconoscere il regista che sondava le emozioni più dolorose e profonde in Interiors, ma anche in Crimini e misfatti, per non parlare di quello che ci faceva morire dal ridere e pensare al tempo stesso.

Nessun gusto per l'inquadratura d'effetto, nessun sussulto, niente di niente. E non bastano, secondo il giudizio di chi scrive, i temi etici dei protagonisti messi di fronte in continuazione a scelte che cambiano la vita, che ti segnano per sempre. Manca il pathos, è solo un susseguirsi di scene che non hanno mai la scossa giusta.


Da dimenticare.

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