perseveranza

Non c'è più niente da fare - di Emanuele Barresi 2008

Giudizio sintetico: si può perdere

Una compagnia teatrale amatoriale livornese (I Perseveranti) alle prese con la messa in scena de "La cavalleria rusticana", ma soprattutto con il padrone dello stabile dove è situato il "loro" teatro, quello dove fanno le prove e vanno in scena, che per anni li ha tenuti lì facendogli pagare un affitto simbolico, e adesso fiutando l'affare vende ad una banca, e li vuole far sloggiare. Loro resistono e si barricano dentro, aggrappandosi anche a cavilli legali. Sullo sfondo, le storie dei singoli, a volte intrecciate tra loro, e delle loro esistenze precarie e di provincia.

Debutto alla regia cinematografica del livornese residente a Roma Emanuele Barresi, collaboratore di Virzì e con esperienza teatrale, televisiva e radiofonica. Dispiace parlar male di un film livornese, dove tra l'altro alcuni scorci della città inteneriscono, ma la trama esile e un bel po' di confusione nella sceneggiatura, non fanno certo urlare al miracolo. Si ride abbastanza, ed è un pregio, ma forse si punta un po' troppo in alto, rimanendo con il classico pugno di mosche in mano. Il tentativo mette troppi argomenti nel piatto, film corale, film di sensibilizzazione al problema delle compagnie teatrali amatoriali, speculazioni edilizie a scapito del sociale, disoccupazione e occupazione precaria, storia d'amore e di "bamboccioni".

Ci sarebbe anche un cast interessante (Alba Rohrwacher, Paolo Ruffini, Rocco Papaleo, Raffaele Pisu, Lucia Poli, Carlo Monni e molti altri), ma è diretto così così. La regia è un po' piatta. Però il film nel film, guardato dal personaggio di Ruffini, Wang Revenge, dello stesso Barresi, è molto divertente.

Peccato.