No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20080226

poveri

Da Il Manifesto di domenica 24 febbraio

Scoop, gli italiani sono poveri
Alessandro Robecchi
L'altra notte, mentre tutti dormivamo, la grande stampa italiana si è rifondata. Nuove edizioni dei più grandi quotidiani del paese hanno sostituito le vecchie, logore gazzette. Nuovi temi si sono affacciati sulle prime pagine, e tra tutti questo: gli italiani diventano poveri, l'inflazione sui beni di consumo frequente è quasi al 5%, la quarta settimana è un incubo vero e non più percepito, la questione dei salari è centrale e urgente. Non so cosa sia successo nella notte nelle più grandi redazioni del paese, controllerei se qualcuno ha versato Lsd nelle macchinette del caffè. Ma intanto non possiamo che rallegrarci: dopotutto a lanciare l'accorato allarme sono proprio gli organi di stampa che sostengono l'ineluttabilità di questo sistema economico, la sua inevitabile giustezza e perfezione. Chi non ha letto le fulminanti analisi sul liberismo che sarebbe di sinistra? Sul lavoro che è meglio flessibile? Sull'articolo 18 da abolire? Sulle visioni più o meno oniriche dei boss di Confindustria? A pensarci, sono gli stessi giornali che inneggiavano all'uccisione della scala mobile, che hanno passato vent'anni a dirci che l'inflazione non c'era più. Gli stessi giornali che per anni hanno tuonato: comprate i fondi! Fate il mutuo! E che oggi titolano Fondi a picco! Incubo mutui! Bisogna dire che la rifondazione della grande stampa nazionale è incompleta. Se ci si affanna per pagine a dire quel che ieri si negava (cioè che il potere d'acquisto si scioglie come i ghiacci polari), magari bisognerebbe fare un saltino avanti nell'analisi. Per colpa di chi? E la rendita si erode anch'essa? (no), e i profitti calano anche loro? (no). Dunque, abituati come siamo a chiedere l'impossibile, esortiamo la grande stampa nazionale a un nuovo sforzo, rifondarsi di nuovo in una notte e proseguire il cammino: perché il sistema crea tanti poveri in favore di pochi ricchi? Di chi è la colpa? Chissà se industriali e banche, che sono gli editori di quei giornali, saranno sereni nell'analisi. Francamente, mi stupirei.

Nessun commento: