una vita in miniatura
Quanto spendono i single? Più di chi vive in compagnia, dicono le statistiche. La voce più importante è l'abitazione: 33 per cento del budget mensile, secondo l'Istat, finisce lì, nel guscio della propria solitudine. Una percentuale considerevole, ma si sa che le case, più sono piccole più sono care. E il cibo? Poca carne e poco pesce, molti vegetali e cibi precotti. Nella civiltà del tre per due, della confezione omaggio, è ancora impresa ardua trovare monoporzioni e confezioni formato single. A Milano, però, c'è un supermercato (l'Esselunga di viale Papiniano), dove questi prodotti esistono eccome, e infatti l'hanno ribattezzato "il supermercato dei single". I più attivi a intercettare gusti e bisogni di chi sta solo sono i tour operator e i siti che promettono ai single di non esserlo più. Da qualche anno, il sito http://www.viaggipersingle.it/ propone viaggi, crociere e soggiorni rivolti esclusivamente a questo tipo di pubblico, mentre altri gestiscono villaggi vacanze rigorosamente vietati agli under 18 e che si suppone siano frequentati da chi non ha famiglia al seguito. Meetic, invece, ha lanciato la prima settimana bianca per single, a inizio febbraio, nella località francese di Avoriaz, anche se, spiega Francesca Cremascoli, "la stragrande maggioranza dei nostri iscritti privilegia i contatti virtuali. Una volta al mese organizziamo anche un meetic-live per dare la possibilità alle persone di incontrarsi, ma alla fine ne viene una percentuale piccolissima". Quelli che stanno a casa, potranno sempre chattare o interfacciarsi con il mondo dal divano mignon della loro casa portatile, come quelle che saranno esposte in uno degli eventi a margine del Salone internazionale del mobile di Milano del prossimo aprile. Il titolo è quasi inevitabile: "Single su misura".
Il teorema della monade
INCHIESTA Nella nostra società sono in continuo aumento. Ma chi sono, quanto spendono (e inquinano) davvero i nuovi single?
di Andrea De Benedetti
Una scelta. Una necessità. Una circostanza. Un incidente di percorso. Un imbuto esistenziale. Ci sono molti modi per essere - o diventare - single, e quasi tutti sono, almeno a parole, transitori. Per alcuni la singletudine è una fase aperta il giorno di una separazione, di un divorzio, di una perdita dolorosa, e lasciata socchiusa da puntini di sospensione. Per altri è un segmento della vita destinato, prima o poi, a terminare: fino a quando non trovo la persona giusta, fino a quando io vorrò, fino a quando dio vorrà. Solo i più irriducibili hanno il coraggio di dire "per sempre", ma sono una minoranza. Gli altri vivono la loro condizione senza imbarazzo, almeno fino a che questa non diventa una scatola con l'etichetta appiccicata sopra. È un fatto che, fieri o avviliti, provvisori o definitivi, i single italiani hanno da tempo rotto gli argini del fenomeno di costume e inondato il tessuto sociale del Paese. L'ultimo censimento dell'Istat ne aveva calcolati quasi sette milioni, ma negli ultimi anni sono diminuiti i matrimoni e aumentati i divorzi, il che fa supporre che da allora il fiume si sia ulteriormente ingrossato. "In realtà si tratta di un fenomeno molto poco omogeneo, e dovuto soprattutto all'invecchiamento della popolazione", precisa la sociologa Chiara Saraceno. "La maggior parte dei single italiani sono anziani, anzi vedove. Poi ci sono separati e divorziati, in particolare chi rimane senza figli, e i giovani che escono dalla famiglia e non convivono. Sono gruppi che hanno caratteristiche, esigenze e consumi diversi".I single fanno storia a sé: non si considerano un gruppo, non si sentono parte di un'identità collettiva, non hanno neppure un'associazione che li rappresenti e ne tuteli i diritti. L'unica esistente, l'Anis, aveva sede a Grosseto, ma ne è rimasto soltanto un numero di telefono, oltretutto fasullo. Per il resto, sono monadi sparpagliate che vivono la loro condizione come una faccenda individuale. "I single non vogliono associarsi o costituirsi in cooperativa, ma accoppiarsi per non essere più single", spiega Federica Cremascoli, responsabile delle pubbliche relazioni di Meetic, il portale italiano (ed europeo) di incontri più gettonato. "La nostra non è una community. È un posto dove si cercano rapporti a uno a uno".
IDENTIKIT DI UN TARGET
I single, però, sono anche un collettivo con enormi potenzialità non solo come destinatario passivo di strategie commerciali mirate, ma anche come protagonista attivo nella vita pubblica. Una moltitudine di persone che se decidesse di costituirsi in partito politico e lottare per il riconoscimento dei propri diritti, avrebbe un potenziale elettorale enorme. Sempre l'Istat ci informa che in Italia ci sono più single che casalinghe, laureati, bambini in età prescolare. Le tre categorie sono altrettanti target commerciali ben definiti, ciascuno dei quali identifica una precisa tipologia di consumatore. Le casalinghe sarebbero quelle che comprano detersivi, i laureati le enciclopedie a fascicoli, i marmocchi (o chi per loro) le bustine dei Gormiti. Un po' schematico, ma funziona all'incirca così.E i single? Gli esperti di marketing hanno studiato per loro linee di prodotti specifici - monoporzioni, arredamenti in scala-Barbie, turismo ad hoc-, frequentano siti di incontri virtuali e passano, specialmente i giovani, il loro tempo attaccati al telefono o a Internet (il 2,2 per cento del loro budget mensile rientra in queste voci, contro l'1,9 di chi vive in compagnia). Soprattutto dispongono di più tempo libero e maggiore potere d'acquisto rispetto alla media della popolazione (tra il 15 e il 20 per cento in più), e in particolare rispetto alle famiglie. Quello che non sappiamo è che senza di loro ci sarebbero interi settori dell'economia a rischio collasso. Immaginate un tessuto sociale formato soltanto da nuclei tradizionali: diminuirebbe la domanda di abitazioni, automobili, turismo esotico, svago, per non parlare, appunto, di Internet, che è il (non) luogo per eccellenza della socializzazione per uomini e donne soli. Una piccola catastrofe. "Anche se", chiarisce l'economista Bruno Contini, "una società di soli single sarebbe una società meno votata al risparmio, e il risparmio è il presupposto essenziale perché ci siano investimenti". Qualche anno fa, negli Stati Uniti, fu pubblicata una ricerca secondo la quale i divorzi favorirebbero l'inquinamento delle città. La conclusione era: separarsi significa sdoppiare - e spesso raddoppiare - i consumi; significa aver bisogno di due case invece che una, di due macchine, due frigoriferi, televisori e lavatrici. Provate ad accendere tutte quelle macchine, tutti quei frigoriferi e impianti di riscaldamento, e ovviamente scoprirete che anche l'energia utilizzata si sarà moltiplicata per due. Se si capovolge il senso del ragionamento, però, si intuisce che, in termini economici, una situazione simile può essere conveniente. "È un po' quello che è successo quando la famiglia allargata si è nuclearizzata", spiega ancora Chiara Saraceno. "Si è smesso di vivere tutti - nonni, genitori e figli - sotto lo stesso tetto ed è aumentata la domanda di consumi".
MA NELL'ANIMA...
Corteggiati dalla pubblicità e sdoganati da un immaginario televisivo che ne ha fatto delle icone sociali, di costume e anche caratteriali (non solo Sex and the City, pensate anche a Dr House), i single restano anime pericolosamente affacciate sull'abisso della solitudine. È l'altra faccia, quella forse più ovvia, del business: le migliaia di offerte di socializzazione reale o virtuale, il personal coaching per chi deve riacquistare autostima, le terapie psicologiche rivolte a chi vive questa condizione come una sconfitta. Poi c'è il lavoro. Per alcuni, un modo per tenersi occupati e dimenticare che si è soli, per altri, la causa stessa del loro status single. Stare da soli per poter essere più flessibili negli orari, disponibili a viaggiare e a spostarsi, per non dover scegliere tra carriera e famiglia. Ma non è detto che poi, alla fine, sia una buona idea. Negli Usa, si va facendo strada la convinzione che un lavoratore sentimentalmente appagato possa rendere di più. Molte aziende e università cominciano a porsi seriamente il problema, e alcune di esse offrono un posto ai - o alle - partner dei propri dipendenti per risparmiare loro la sofferenza della scelta. E poi, sarà anche vero che i single fanno più strada, ma ne avete mai conosciuto uno che sia diventato ministro o presidente? Quando l'umanità non avrà più bisogno di first lady, allora sì che conteranno davvero qualcosa.
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