Altra foto della stessa spiaggia al tramonto, sempre col telefonino di Fabio. Molti lettori di questo blog sanno quello che sto per raccontare, lo faccio brevemente per chi non lo sa e spero di non annoiare gli altri. La spiaggia si estende per alcuni chilometri tra Rosignano Solvay, il paese dove sono nato, cresciuto, dove lavoro e dove, quando viaggio, mi piace tornare, e Vada. La sabbia ha un colore tendente al bianco. E' un colore innaturale: il colore è generato da anni di scarichi della fabbrica che dà il nome al paese, la fabbrica della quale parlo nel mio profilo di presentazione in questo blog. La fabbrica è stata impiantata qui poco dopo il 1910. Il paese non esisteva, mentre i due paesi litoranei poco più a sud (Vada) e poco più a Nord (Castiglioncello), si. In alcuni documenti d'epoca, nei quali il comune di Rosignano Marittimo concede i terreni alla società belga che impiantò la fabbrica, si parla del luogo chiamandolo Monte alla Rena. Questo nome è rimasto: indica una piazza vicinissima a casa mia, e un quartiere (col quale confino), che va dalla via sulla quale abito fino al mare. La storia ci dice che questo nome deriva dal fatto che nel luogo dove ora c'è la piazza, il vento e la vicinanza del mare accumulavano sempre, appunto, un "monte di rena" (rena = spiaggia e, forse, monte = quantità elevata, in gergo locale). Perfino la stazione ferroviaria di Rosignano è stata l'ultima a sorgere, costruita dalla stessa società belga, mentre erano già esistenti quelle di Vada e di Castiglioncello, quando il Re inaugurò la ferrovia Cecina-Livorno circa nel 1910.
Sono cose impressionanti sulle quali riflettere. Gli anni a venire ci hanno dato una coscienza ecologica, ci sono state polemiche sulla gestione del territorio da parte della società belga, che ha commesso anche grossi sbagli. E' difficile per me prendere posizione, perchè come molti sanno, la mia famiglia ha una specie di dipendenza dalla suddetta società: io lavoro per "lei" da 19 anni, ed hanno lavorato per "lei" mio nonno, mia nonna, una delle mie due zie e mio padre. Il mio giudizio è ovviamente falsato.
Mi soffermo spesso, probabilmente aiutato dagli anni che passano e dalla mia indole che si sta facendo sempre più tendente alla commozione, a pensare quanto sia bello lo scorcio di territorio nel quale ho la fortuna di abitare. Solo negli ultimi giorni mi si è bloccato il fiato più volte, complici queste fredde ma bellissime giornate, ad ammirare il sole basso che si riflette sul mare e crea splendidi giochi di luce, magari mentre con l'auto vado verso Livorno e percorro il viadotto del Fortullino (tra Castiglioncello e Quercianella) della superstrada Livorno-Grosseto. Lo so, è un controsenso. Il suddetto viadotto, visto dal mare, è un po' uno scempio, incastonato tra dolci colline verdi di macchia mediterranea, così come, al quadrato (o al cubo), è il panorama della sterminata fabbrica dentro la quale lavoro, con 8 ciminiere di diverse altezze, fabbricati ormai secolari, torri di raffreddamento che ricordano la centrale nucleare di Springfield di simpsoniana memoria, fumi non molto chiari che si elevano verso il cielo alla ricerca di non so quale Dio. Eppure, senza tutto questo non esisterebbe probabilmente il mio paese, io sarei venuto alla luce da un'altra parte (magari a Pisa), le famose "spiagge bianche" non esisterebbero, non avrei gli stessi amici, e chissà cos'altro.
Prendete questo post come un film che descrive e non prende posizione causa un palese e conclamato conflitto di interesse. Così è, se vi pare.
1 commento:
Ogni granello un ricordo...ogni granello una bestemmia di jumbolo "incremato"...con la ciolla a giro, mi tiravi il cellulare...
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