Caos calmo - di Antonello Grimaldi 2008
Giudizio sintetico: si può vedere
Pietro Paladini è un agiato manager di una pay-tv; sta trascorrendo una giornata al mare in compagnia del fratello più giovane, un imprenditore nel campo dell'abbigliamento giovanile di grande successo, molto fico. Mentre litigano per il punteggio della partita a racchettoni, sulla affollata spiaggia nelle vicinanze di Roma, sentono delle urla: non una bensì due donne stanno rischiando di annegare poco lontano dalla riva, nel mare un po' mosso. I due si buttano, nonostante un personaggio evidentemente poco temerario li sconsigli. Ogni fratello trae in salvo una delle due donne. Appena a riva, vengono regolarmente dimenticati. Tornano alla villa di famiglia poco distante, e la morte si manifesta davvero: la compagna di Pietro è morta, distesa in giardino attorniata dalla frutta che evidentemente teneva in mano. La figlia Claudia, di 10 anni, sgrida il padre perchè non rispondeva al telefonino.
La reazione di Pietro è controllata, evasiva, un po' strana, per cui stupisce tutti. Dopo alcuni giorni, siamo a settembre, la figlia ricomincia la scuola. Pietro, nonostante la società per cui lavora sia nel mezzo di un'importante fusione, accompagna a scuola la bambina e, all'improvviso, decide di rendere veritiera un'affermazione che inizialmente sembrava detta come un luogo comune: "io ti aspetto qui, non mi muovo". E quindi Pietro si accomoda su una panchina che è nel centro del parco davanti alla scuola, per un giorno, due, dieci, un mese, due. Ogni giorno accompagna la bambina a scuola, e rimane lì, compra i giornali, guarda le persone che passano di solito di lì, intreccia con loro strane "relazioni", mangia in un bar ai limiti del parco, diventa un personaggio di casa. Alla fine dell'orario della scuola, riprende Claudia e se ne torna a casa con lei.
Quelli che gli stanno intorno, e non solo loro, non capiscono. E uno dopo l'altro lo vanno a cercare, lo trovano, e invece di chiedergli come sta gli scaricano addosso i loro problemi.
E' un bel film questo morettiano Caos calmo, tratto dall'omonimo libro di Sandro Veronesi vincitore del Premio Strega. Anche se Moretti non ne firma la regia, è dietro all'idea, ed ha contribuito alla sceneggiatura. Ma va benissimo così. La regia di Grimaldi è buona, non troppo televisiva nonostante il suo background (ma ricordiamo di lui anche il simpatico Il cielo è sempre più blu), niente di eclettico o di esaltante, ma piuttosto funzionale e anche un po' malinconica. La colonna sonora è molto bella, indovinata (Radiohead e Rufus Wainwright per dire un paio di nomi). Gli attori sono diretti bene, perfino Alessandro Gassman fa un figurone. Moretti è convincente, del resto il personaggio gli è stato cucito addosso su misura. Quando risponde al fratello che lo va a trovare appena saputo che da un po' di tempo passa le sue giornate davanti alla scuola della figlia, dicendogli che sta seduto tutto il giorno su quella panchina, "Non sto seduto qui tutto il giorno. Mi muovo..." e gesticola con le mani indicando le direzioni verso le quali passeggia, è impagabile. Perfino la scena di sesso tanto chiacchierata (ce l'hanno fatta venire a noia ancora prima che uscisse il film) con Isabella Ferrari è ben fatta, goffa e sensuale al punto giusto (anche se nel libro c'era ben altro a proposito di sesso, qui è mancato il coraggio). I dialoghi sono perfino divertenti, mentre si dice poco sul dolore e soprattutto sulla perdita, fondamentale per la storia, ma è giusto così, ci si avvicina alla realtà. Non troverete nessuno che sviscera una perdita in famiglia come sul lettino dello psicanalista. E la realtà nevrotica e problematica della borghesia-bene che gira attorno a Pietro è dipinta con poche pennellate ma date bene. La voce narrante del protagonista quando si estranea è magistrale.
Ci sono dei difetti, ci mancherebbe. Detto poc'anzi della mancanza di coraggio a proposito del sesso, la scena stessa citata prima sembra cadere dall'altro all'improvviso: il montaggio non è il massimo. Questo penalizza un po' la fluidità del tutto.
Soprattutto se avete subito una perdita, questo film vi toccherà, vi commuoverà lievemente, vi farà sorridere delicatamente. Non è dirompente come La stanza del figlio, ed è giusto che sia così. Vi farà forse riflettere appena appena, o, solamente, vi farà sorridere ripensando alla vostra personale elaborazione del lutto. In caso contrario, potrete prendere appunti.
1 commento:
una delle più belle tue recensioni che ho letto
a partire dal titolo
"ossimori e palindromi"
per il resto
bel film
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