No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20110625

ballata triste


Balada triste de trompeta - di Alex de la Iglesia (2011)

Giudizio sintetico: da vedere (3,5/5)
Giudizio vernacolare: firme svarvolato

Spagna 1937: la Guerra Civile è dappertutto, perfino dentro ai circhi. Un pagliaccio, insieme agli altri colleghi, viene costretto a combattere contro i franchisti, e dopo una prova eroica con un machete, viene fatto prigioniero. Il figlio Javier è solo, la madre è morta, e non si rassegna alla prigionia del padre. Qualche anno dopo, tenta di liberarlo con un'azione rischiosissima: dopo averlo visitato, e dopo che il padre gli ha indicato cosa fare nel futuro e raccomandato di vendicarsi, torna alla Valle de los Caìdos (Il monumento voluto da Franco, al quale il padre sta lavorando, come altri prigionieri di Guerra) con dell'esplosivo ed innesca un esplosione. Durante il trambusto seguente, il padre viene ucciso per mano del Colonnello Salcedo, ma Javier riesce a cavargli un occhio.
Spagna 1973: Javier intraprende la carriera di pagliaccio triste, in un circo scalcinato, un po' come la Spagna di quei tempi. Già fin dal primo giorno, lo schema si delinea: il capo è Sergio, che interpreta il pagliaccio tonto nel numero con Javier, una specie di animale, despota, violento e maschilista, che comanda tutti a bacchetta, e soprattutto dispone a suo piacimento di Natalia, una splendida trapezista, che fa coppia con Sergio, in balia di un rapporto paradossale (Ha paura di lui, ma quando lui la tratta con spietata violenza sembra trasformarsi in una masochista). Natalia però, fin dal primo momento sembra essere teneramente attratta anche dalla figura impacciata e bruttina di Javier, ed esce con lui spesso, senza Sergio, quasi sfidando la sua rabbia. E' piuttosto chiaro che questo giochino porterà ad una svolta. E non solo.

Fin dal suo debutto del 1993 Azione mutante, uno dei pochi film suoi distribuiti in Italia (Altri mediamente conosciuti furono La comunidad e Crimen perfecto), mi fu piuttosto chiaro che questo Alex de la Iglesia era un pazzo scatenato. Questo suo ultimo lavoro, che pare abbia trovato una distribuzione italiana (Mikado), e l'uscita sia prevista per il 30 settembre 2011, è un rutilante splatter che centrifuga metafore e riflessioni spiazzanti (Notava correttamente un recensore ben più accreditato, che Franco viene presentato, in una piccola parte, come un vecchietto caritatevole) sulla storia spagnola del secolo scorso. E' un film che molti potranno trovare grossolano, soprattutto nella sceneggiatura, che però nasconde, neppure troppo, un grande amore per il cinema, innanzitutto, disseminandolo di citazioni più o meno esplicite, un grande amore per la Spagna, e questo lo dimostra non solo facendo dei patchwork con foto e riprese d'epoca, ma soprattutto con uno sguardo dolente sulla sua storia recente, unite a una enorme capacità di regia (La macchina da presa spesso sembra impazzita, ma tutto quadra alla fine delle scene; inoltre, c'è una varietà di registri spaventosa, una grande lezione di direzione), e un'ottima direzione di un cast che valorizza tutti gli attori, anche quelli che si vedono meno.
Fotografia spettacolare, ricostruzioni degne di colossal statunitensi (La Valle de los Caìdos della scena finale - fantastica - ha un che della Gotham City di Burton), un protagonista, Carlos Areces, poco conosciuto all'estero (Lavora soprattutto in tv), ma che mi ha ricordato uno Javier Camara ancor più ingenuo, e una protagonista, Carolina Bang (Stesso discorso fatto per Areces), bellissima ma pure molto brava, per l'ennesimo tassello nella carriera di un regista che possiamo tranquillamente definire visionario. Siate preparati: de la Iglesia non risparmia niente, sesso, violenza, fiotti di sangue, nudi integrali e ironia più che macabra (Per chi conosce un minimo di storia spagnola, la battuta di Javier agli attentatori di Carrero Blanco - altra scena citazionista - lascerà quantomeno interdetti, ma a pensarci bene...).
Ultima nota: la canzone che ispira il titolo (Che in italiano verrà cambiato in Ballata dell'odio e dell'amore), Balada de la trompeta, portata al successo da Raphael alla fine degli anni '60, è in realtà una cover de La ballata della tromba, un pezzo scritto nel 1961 dal maestro Franco Pisano per Nini Rosso.

2 commenti:

Enrico Bartelloni ha detto...

Visti già La Comunidad e Crimen Perfecto (anzi Ferpecto per dirla alla Obelix...Ale ti ricordi i titoli di testa?) che mi sono piaciuti una cifra.
Mi sa che lo scarico....

jumbolo ha detto...

si si crimen perfecto fu la "traduzione" italiana, che come al solito non coglieva nulla di quello che c'era da cogliere..i titoli a dire il vero non li ricordo. occhio al download perché mi sa che la versione italiana non c'è ancora, a meno che tu non sia bravo con lo spagnolo o tu trovi i sottotitoli. ho recuperato anche quelli che mi mancavano, oxford murders e el dia de la bestia, poi ti dico