My Name Is Tanino - di Paolo Virzì (2003)
Giudizio sintetico: si può vedere (2,5/5)
Giudizio vernacolare: danne paolino
Dopo oltre un anno, nel 2003 si riesce a vedere sugli schermi l'ultima realizzazione del livornese Paolo Virzì, che nel frattempo sta per ultimare un altro film; come molti sapranno, "My Name Is Tanino" era rimasto bloccato dal crack Cecchi Gori.
Onestamente, questo non è il miglior film di Virzì; anche se offre momenti davvero esilaranti, il film, dopo una prima parte assolutamente scoppiettante, continua in maniera molto divertente ma si intuisce che non sa dove andare a parare. Infatti, alla fine, ci si accorge che il percorso risulta troppo schizofrenico, che gli argomenti messi sul piatto sono stati molti (il rapporto con la madre e l'amante di lei, la vita nel piccolo paese siciliano, la famiglia americana con i suoi scheletri nell'armadio, gli italiani all'estero, i politici americani), ma mai sviluppati fino in fondo, che gli stereotipi abbondano (i tassisti di New York - nessuno americano - , gli italo-americani mezzi mafiosi), e che la storia zoppica. Sorge il dubbio che, portato ad esempio come uno dei pochi prosecutori della classica commedia all'italiana (si veda, tra l'altro, l'omaggio anche troppo palese a Sordi nella scena dal gesto dell'ombrello agli inseguitori), Virzì ci sguazzi dentro senza preoccuparsi troppo. In effetti, come già detto, le risate sono tante, e non sempre (quasi mai) volgari.
In definitiva, siamo lontani dalla raffinatezza di alcuni prodotti esteri (sia chiaro, non americani!), ma anche da vacanze di natale varie. Quindi, ben venga una serata "leggera" con gusto.
Ottima prova di Corrado Fortuna, il protagonista, in questo momento sugli schermi anche con "Perduto Amor" di Franco Battiato, dove interpreta, appunto, il giovane Battiato.
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