No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20110604

goodnight


Buongiorno, notte - di Marco Bellocchio (2003)


Giudizio sintetico: si può vedere (2,5/5)

Giudizio vernacolare: 'nzomma


Iniziamo con due considerazioni (recensione del 2003, nota necessaria):

1) Le polemiche, infantili a mio avviso, sulla non premiazione del film a Venezia, hanno fatto bene al film; la coda di martedì sera alla cassa del cinema dove l'ho visto è una chiara testimonianza a tal proposito.

2) Prima di scrivere qualcosa sul film, ho voluto leggere le dichiarazioni "sdegnate e offese" della figlia di Moro a proposito del film in questione. E non le ho condivise. Certo, non ho il suo coinvolgimento emotivo nella vicenda.


Detto questo, passiamo al film. La quantità di film su quel periodo della nostra storia contemporanea è impressionante, e dimostra quanta inquietudine ancora ci sia e venga richiamata dal solo ricordo; c'è chi sceglie di attenersi ai fatti, c'è chi prova a formulare ipotesi e teoremi ("Piazza delle cinque lune"), anche interessanti; Bellocchio, ispirandosi liberamente al libro di Laura Braghetti, sceglie di filmare la storia del rapimento di Aldo Moro cercando il volto "umano" ed emozionale dei protagonisti. Ci riesce in parte, dato che non tutti i personaggi coinvolti riescono a trasmetterci le loro emozioni; sicuramente Chiara, alter ego della Faranda, interpretata dalla splendida Maya Sansa. L'elemento onirico gioca una parte fondamentale nel film; a tratti stucchevole (i sogni, ad occhi aperti, di Chiara), a tratti profondamente importante; la figura dell'interprete di Aldo Moro (non ci dimentichiamo, è cinema) che cammina, quasi con fare da bullo, nell'alba di Roma il giorno della sua esecuzione, fa del "finale alternativo" del film un momento quasi catartico.

In definitiva, non un film superlativo, ma che senz'altro da spunti di riflessione anche umana; non una accuratissima ricostruzione storica, ma senz'altro indovinata, presumibilmente, in alcuni frangenti, appunto, umani. Comunque sia, onore a Bellocchio per aver osato.

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