Machan - di Uberto Pasolini 2008
Giudizio sintetico: si può vedere
Colombo, Sri Lanka. La vita è davvero dura, più dura di quanto noi occidentali possiamo immaginare. E' talmente dura che, quando si cerca di ottenere un visto per espatriare in Europa, per andare a lavorare e mandare i soldi a casa, e ti viene continuamente rifiutato, si arriva a non lavarsi la pipì di un cane che te la fa su una gamba sperando che ti porti bene.
E allora si pensano tutte, ma davvero tutte. Un gruppo di machan (amico, in lingua singalese), in condizioni sempre peggiori, si inventa la Federazione di Pallamano dello Sri Lanka, e una nazionale, per farsi invitare ad un torneo in Germania. Lì, poi, ognuno se ne andrà verso il suo destino.
Uberto Pasolini (per curiosità, nipote di Luchino Visconti) si è fatto un nome come produttore, indovinando diversi film "piccoli" e di discreto successo (Full Monty, Palookaville, I vestiti nuovi dell'Imperatore, sinceramente, tre film fantastici), dopo alcune esperienze di assistente regista molti anni fa. Questa volta si assume tutta, o quasi, la responsabilità, dirigendo questo lavoro e scrivendo la sceneggiatura insieme a Ruwanthie De Chickera. Ispirato ad una storia vera (il sottotitolo infatti recita La vera storia di una falsa squadra), con tocco davvero delicato e gentile, ci racconta una storia perfino divertente di ordinaria miseria e dignitosa disperazione. Seppure con, come detto, sprazzi divertenti e un ritmo davvero lento soprattutto nella prima parte, leggermente ridondante ma forse necessaria per dipingere con delicatezza le psicologie dei vari e numerosi personaggi, alla fine il film risulta interessante, piacevole e fa riflettere, dandoci un ulteriore punto di vista sul fenomeno dell'immigrazione.
2 commenti:
http://depositfiles.com/en/files/6e8oj0vjv
gino pecorino
io ste cose non le capisco
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