La scimmia pensa, la scimmia fa - di Chuck Palahniuk
Come già dissi per Portland Souvenir, di getto mi è venuto da pensare che questa raccolta di scritti relativamente brevi, non fosse il massimo, soprattutto per chi non conosce Palahniuk. Poi invece, leggendolo, ho cambiato idea. Certo, il grande Chuck dà il meglio di sè con i romanzi allucinati, ma questi scritti fanno capire molte cose.
Il libro è snello, il sottotitolo è Quando la realtà supera la fantasia ed è diviso in tre parti: Insieme, Ritratti e Personale. Infatti, la prima parte raccoglie racconti di "gruppo", storie corali, la seconda sono interviste e monografie (decisamente alla maniera di Palahniuk), la terza raccoglie "riflessioni" decisamente personali, che scaturiscono da esperienze dello scrittore. Come dicevo prima, il tutto è piuttosto esplicativo. Ci sono gli spunti per i geniali e psichedelici romanzi del ragazzo di Pasco. E alcune confessioni quasi intime.
Molto belli gli incontri con Juliette Lewis e con Marilyn Manson: quello con il Reverendo dovrebbe essere letto da tutti i suoi detrattori.
Insomma, è in un certo senso rassicurante, vedere che un autore così all'apparenza strampalato, dimostri di saper padroneggiare tranquillamente sia interviste illuminanti che descrizioni di curiosi fatti di cronaca, come un gruppo di cittadini che si costruiscono castelli, o gare di distruzione tra mietitrebbie. Di certo, anche chi non ha dimestichezza con Palahniuk, se per caso si imbattesse in questa lettura, ne rimarrebbe affascinato, o almeno incuriosito.
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