Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni - di Woody Allen (2010)
Giudizio sintetico: si può perdere (2/5)
Giudizio vernacolare: è doventato di 'iesa?
Londra. Ambiente upper class. Helena è una ultra sessantenne che è stata di recente abbandonata dal marito Alfie. Alfie si è visto sfuggire la giovinezza, ed ha deciso di inseguirla: palestra, decappotabile, lampade solari, viagra, e "carne fresca". Helena non riesce a ricominciare da capo, delusa e ferita, e affoga la sua destabilizzazione nell'alcol e nei consigli di Cristal, una falsa veggente consigliatale da Sally, la figlia di Alfie ed Helena. I due hanno avuto anche un figlio maschio, morto da piccolo. Sally è un'esperta d'arte, e non è soddisfatta né del suo lavoro, né del suo matrimonio. Suo marito, Roy, detestato dalla madre, è un laureato in medicina non praticante, convinto di essere uno scrittore. In effetti, Roy ha pubblicato un romanzo d'esordio con un discreto successo, ma adesso pare non averne più, e non accetta neppure di fare un lavoro diverso o part-time, pur continuando a ricevere rifiuti per i suoi scritti. La crisi di coppia avanza, e prende una piega decisiva quando nell'appartamento di fronte si trasferisce Dia, una musicista bellissima che fa sognare Roy mentre la guarda dalla finestra. Nel frattempo, Sally trova un lavoro migliore, cominciando a collaborare con il ricchissimo Greg, proprietario di gallerie, appassionato d'arte, anche lui con una crisi matrimoniale in corso, e del quale Sally si invaghisce poco a poco.
Ogni anno esce un film di Woody, e negli ultimi tempi sono più le volte che ci ritroviamo a dire la stessa cosa che ultimamente diciamo su Kim Ki-duk: ma non potrebbe girare meno film, e metterci un po' più d'impegno? E dire che l'ultimo Basta che funzioni, mi aveva fatto sperare.
Siamo di fronte all'ennesimo film ben scritto, ben diretto, discretamente recitato, dove si ride il giusto e si riflette un minimo, ma del quale ci si dimentica dopo pochi minuti. Tra l'altro, questa volta Allen ci lascia con ben poche speranze, visto che gli unici che sembrano trovare un certo equilibrio, nonostante i finali siano tutti aperti, sono quelli che si comportano sempre bene e non fanno mai torto a nessuno, anche se a livello sentimentale, e anche se non è del tutto così. Una sorta di moralismo da strapazzo.
Quindi, riassumendo, la capacità registica di Allen non è in discussione, mentre quella di sceneggiatore si, nel senso che riesce sempre a mettere in scena storie piacevoli, divertenti ed attuali, ma spesso, come in questo caso, un po' tirate via e già viste, senza aggiungere niente di nuovo.
Il cast è come sempre ricco, anche se spesso le prove principali sono un po' piatte. Anche questo vorrà pur dire qualcosa. Appaiono sprecati Josh Brolin (Roy), Naomi Watts (Sally), e Anthony Hopkins (Alfie), che pur strappa qualche sorriso, data la parte. Assolutamente sprecata la presenza di Antonio Banderas (Greg): a parte l'innegabile charme, siamo ormai lontani dall'icona almodovariana, ma pure dal feticcio rodrigueziano.
Su Freida Pinto (Dia), c'è da dire che ormai, dopo qualche film, si capisce che la bellezza è indiscutibile e mozzafiato, ma l'espressività è piuttosto limitata. Direi che la palma del migliore, anzi, delle migliori, se la aggiudicano senza dubbio Gemma Jones (Helena, è stata la mamma di Bridget Jones nei due film a lei dedicati), superlativa, e Lucy Punch (Charmaine), grazie alla parte, e al doppiaggio italiano, che la rende davvero uno dei due personaggi che illuminano la scena ogni qualvolta appaiono (l'altro, ovviamente, è quello di Helena).
Direi che il film non aggiunge niente, e che quindi si può anche non vedere; certo che, visto l'arrivo dei cinepanettoni, se proprio avete voglia di andare al cinema può anche essere una soluzione limite.
A Woody suggerisco di tornare a New York, visto che il suo migliore film degli ultimi anni è stato girato proprio lì, da dove se n'è andato.
8 commenti:
beh, kim ki-duk ha dato ascolto...
pare di si. a proposito, l'ultimo film risulta essere del 2008 non uscito in italia. Bi-mong.
ah, non lo sapevo!l'hai visto?
no, ma per te lo farò presto :))
ma graziee!;-)
Piccola parentesi: "Basta che funzioni" è il meglio riuscito degli ultimi di Woody anche perché la sceneggiatura è vecchiotta.
E' una sceneggiatura "scartata" tra quelle del suo periodo d'oro (fine anni'70/inizio anni '80), se non ricordo male.
questo non lo sapevo, ma se è vero è sintomatico. grazie dell'info.
è stato lungimirante...
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