Che pasticcio, Bridget Jones! – di Beeban Kidron (2004)
Giudizio sintetico: da evitare (1,5/5)
Giudizio vernacolare: du' palle
Bridget adesso è felicemente fidanzata con Darcy, che la ama così com’è, nonostante lei si lasci andare a congetture fantascientifiche; ma il rapporto entra in crisi comunque. Bridget finisce in Thailandia per un reportage insieme a Cleaver, dopodiché in prigione (come l’ha definita giustamente Natalia Aspesi, "una prigione da operetta"). Darcy la salverà, e l’amore, nonostante tutto, trionferà.
Così come il fortunatissimo libro della Fielding, anche il film ha il suo seguito, che ricalca piuttosto fedelmente la trama (appunto, del secondo libro di e su Bridget Jones); così come il seguito letterario, anche il sequel cinematografico risulta più fiacco.
Ad essere sinceri, la regista (diversa dal primo episodio) ci mette del suo per rendere soporifero il tutto; il ritmo scarseggia, le battute sistemate qua e la stentano a far ridere, le cover di pezzi famosissimi usate come colonna sonora stuccano.
Renèe Zellweger, impressionante nel suo ulteriore ingrassamento, ma anche lei scontata nelle sue smorfiette; la preferiamo in altri ruoli; Firth legnoso, da rimarcare Jim Broadbent nel ruolo del padre di Bridget totalmente succube della moglie, così come ben descritto dalla Fielding. Un film che potete tranquillamente evitare.
Ad essere sinceri, la regista (diversa dal primo episodio) ci mette del suo per rendere soporifero il tutto; il ritmo scarseggia, le battute sistemate qua e la stentano a far ridere, le cover di pezzi famosissimi usate come colonna sonora stuccano.
Renèe Zellweger, impressionante nel suo ulteriore ingrassamento, ma anche lei scontata nelle sue smorfiette; la preferiamo in altri ruoli; Firth legnoso, da rimarcare Jim Broadbent nel ruolo del padre di Bridget totalmente succube della moglie, così come ben descritto dalla Fielding. Un film che potete tranquillamente evitare.
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