No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20110420

six days of war


La guerra dei Sei giorni. Giugno 1967: alle origini del conflitto arabo-israeliano - di Michael B. Oren


Quando, parecchi anni fa, comprai questo libro, non mi sono minimamente interessato su chi fosse l'autore. Il libro è del 2002, e l'autore è un ebreo nato negli USA, professore universitario, storico, saggista, editorialista, ed infine attualmente, ambasciatore israeliano negli USA. E' stato pure un soldato israeliano, per la precisione un paracadutista, ed è stato in prima linea nella guerra del Libano del 1982, dopo di che, nella guerra del Libano del 2006, e nella guerra Israele-Gaza del 2008/2009, ha assunto compiti di portavoce militare.

Detto questo quindi, non c'è da attendersi un punto di vista super partes, anche se, come si dice a volte, "la storia la scrive chi vince" (a parte in Italia, dove la storia la scrive chi vince le elezioni, e non le guerre, ogni riferimento alla polemica sui libri di testo di qualche giorno fa è voluto). Addirittura, il libro di Oren, premiato come libro storico dal Los Angeles Times, e divenuto quasi un best-seller negli USA, è stato duramente criticato da Norman G. Finkelstein, storico ebreo statunitense atipico (da sempre critico contro "L'industria dell'Olocausto", considerato persona non grata in Israele dal 2008 per la durata di 10 anni).

Premessa quindi la parzialità della narrazione di Oren, seppure l'autore citi centinaia di fonti anche arabe, a supporto della sua monumentale ricostruzione, per me che, nato solo un anno prima degli eventi, ero da sempre molto curioso a proposito di questa guerra continuamente citata, e che senza dubbio ha lasciato un grosso segno sul Medio Oriente, il libro è servito.

Nonostante la marea di note, che, si sa, complicano un po' la lettura, rendendola non propriamente scorrevole, lo stile di Oren è intrigante, e riesce a creare una grandiosa attesa spiegando i fatti antecedenti allo scoppio della guerra, dopo di che passa ad uno stile incalzante, che proietta il lettore man mano sui tre fronti del conflitto.

Le figure storiche "ricostruite" nel libro, quelle che hanno in qualche modo "partecipato" agli eventi, Gamal Abd el-Nasser, Lyndon Johnson e tutto lo staff della Casa Bianca, Hussein di Giordania, Aleksej Kosygin, Moshe Dayan, Yitzhak Rabin, Levi Eshkol, e molti, molti altri ancora, prendono vita, interagiscono, creano lo scenario e l'azione.

Letto tenendo conto che probabilmente, la ragione sta nel mezzo alle parti, il libro è un ottimo modo per saperne di più, sull'inizio di alcune controversie arrivate fino ai giorni nostri (il Golan, la Cisgiordania), come pure sulle dinamiche arabo-israeliane, senza dimenticare una sguardo sulla Guerra fredda e le relazioni USA-URSS, sia tra di loro, sia con il mondo arabo.

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